2011: bilancio di un anno difficile

Almeno tre gli anniversari europei che avremmo dovuto festeggiare nel 2011 insieme con quello dei 150 anni dell’Unità  d’Italia. Per l’Europa, l’anniversario della sua nascita, il 18 aprile del 1951 della Comunità  europea del carbone e dell’acciaio (CECA). Quarant’anni dopo, il 9 dicembre 1991, veniva firmato il Trattato di Maastricht, culla della moneta unica, del Patto di stabilità e crescita oggi in discussione e dell’istituzione della cittadinanza europea. Dieci anni fa l’euro entrava nelle tasche dei primi cittadini europei.

Caro Presidente, caro Barack,

come ogni fine anno ci si scambiano gli auguri e si formulano speranze per il nuovo anno. Il 2011 è stato un anno carico di avvenimenti nel mondo, ha aperto nuove prospettive sulla scena internazionale e messo in evidenza nuovi attori. Come tanti altri cittadini, anch’io guardo questo mondo in movimento con gli occhi e la mente sempre puntati su due obbiettivi: il primo è il ritorno alla pace, al dialogo e al rispetto dei diritti fondamentali dell’uomo laddove si combatte e si soffre e il secondo è puntato sulla salute del nostro Pianeta. Come vedi, sono due obbiettivi costantemente alimentati

Lettera alla Cancelliera tedesca

CARA ANGELA, scrivo a te perché da tempo non credo più a Babbo Natale e, mai e poi mai, mi sognerei adesso che tu possa prenderne il posto per regalare qualcosa all’Europa e all’Italia. E non solo perché proprio non mi sembri una che regala alcunché, ma anche perché non di regali abbiamo bisogno ma soltanto che vengano rispettati i patti contratti dal tuo grande Paese con gli altri Stati dell’Unione Europea. E’ una storia vecchia. Senza voler andare più in là  nel tempo, il primo patto il tuo Paese l’ha firmato poco dopo la tragedia della seconda guerra mondiale aderendo, sessant’anni fa, alla Comunità  europea del carbone e dell’acciaio per consolidare una pace da sempre minacciata sulla frontiera del Reno. Quel patto è stato rafforzato prima col Trattato di Roma nel 1957 e poi a Maastricht appena vent’anni fa quando, all’indomani della riunificazione della Germania, il tuo Paese ha fatto la scelta per te dolorosa della rinuncia al «re marco» per un più «democratico euro», intrecciando i nostri rispettivi interessi per rassicurare l’Europa che mai più ci saremo massacrati l’un l’altro e insieme avremo costruito un’Unione più grande. Insieme lo abbiamo fatto, ampliando il tuo e nostro mercato a est e anche un po’ dimenticando di rafforzare la coesione nell’area mediterranea.

Modello sociale europeo

C’era una volta il modello sociale europeo, quello che avrebbe dovuto garantire a tutti livelli minimi di sicurezza sociale, di assistenza in caso di malattia e contrastare le povertà  . Era nato in Gran Bretagna nel corso della rivoluzione industriale attorno alla metà  del 1800 con la creazione di servizi assistenziali e le prime assicurazioni sociali per i lavoratori, all’inizio volontarie e poi divenute obbligatorie. Sarà  poi la Germania di Bismark, verso fine del 1800, a organizzare in modo più strutturato il settore dell’assicurazione sociale, fondando il primo sistema pensionistico ancorato alla vita lavorativa.

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