Tolosa e la Francia intera sono sotto choc dopo la tragedia avvenuta in una scuola ebraica, in cui hanno trovato la morte 4 persone, di cui 3 bambini, mentre un giovane di 17 anni sta ancora lottando contro la morte. Un atto di estrema violenza perpetrato a sangue freddo da un uomo già sospettato di aver commesso altri crimini durante il mese di marzo. Una tragedia che, per la sua brutalità e condanna unanime, ha fermato per un momento anche la campagna elettorale e ha imposto il silenzio da destra a sinistra.
Le informazioni che la stampa distilla a poco a poco sul presunto autore della strage, un giovane francese di origini algerine, portano alla luce, se confermate, motivazioni che superano la tragedia che si è consumata in Francia e riportano nel cuore di un’altra tragedia che si consuma lentamente in Medio Oriente. Avrebbe infatti motivato il suo gesto con queste parole : “Volevo vendicare i bambini palestinesi”. Una motivazione condannata e rispedita immediatamente dagli ambienti palestinesi.
Al di là delle vere o presunte motivazioni che hanno guidato la mano assassina, siano esse politiche o di puro stampo razzista e xenofobo, tutte condannabili senza la minima esitazione, esse risvegliano tuttavia la nostra attenzione sul conflitto israelo palestinese che da decenni è fermo al centro di una delle regioni più instabili del pianeta. Un conflitto che oggi più che mai si trova sul binario morto dei negoziati di pace e su cui non si intravedono spiragli di una possibile soluzione. Ricaduto nel silenzio, forse a causa di altre tragedie che si consumano nella regione, come in Siria, o per le minacce di guerra nei confronti dell’Iran, la realtà è che anche su questo conflitto la comunità internazionale sembra impotente a fermare sofferenze e dolore. Con le possibili conseguenze di ombre lunghe che potrebbero essere arrivate fino a Tolosa.
La tragedia di Tolosa è stata condannata da tutti, dagli Stati Uniti all’Unione Europea, dalla Turchia all’Autorità Palestinese. Un segnale del crescente antisemitismo ma anche dell’intolleranza, del razzismo e della xenofobia. In questo giorno in cui si celebra la giornata internazionale contro tutti questi mali, si sente più che mai l’esigenza di impegni forti, a livello nazionale e internazionale, per riaccendere i dialoghi, per spegnere i focolai di conflitti, per adottare tutte le misure necessarie per contrastare le divisioni e favorire l’integrazione, per ascoltare lontane o vicine che siano le voci della sofferenza e perché atti come questi non trovino terreni di colture sul quale crescere e diffondersi.
Perché non ci siano più vittime innocenti, soprattutto se queste vittime sono bambini, gli unici che hanno ancora in mano le chiavi per un futuro migliore.