L’EUROPA CHE VOGLIAMO

Dal Manifesto per un’Europa solidale e accogliente, condiviso da APICE e da numerose altre realtà associative del territorio cuneese alla vigilia delle elezioni europee del 2019, pubblicato sul periodico “Il Granello” di maggio 2019.

 

Condividiamo il diffuso malessere che genera questa Unione Europea e, pur riconoscendo quanto di positivo è stato realizzato dalla sua creazione, la vogliamo più giusta, impegnata nella ricerca di un nuovo modello di sviluppo che impedisca le inaccettabili diseguaglianze cresciute in questi ultimi anni e la renda accogliente verso chi ripone in essa le sue speranze di una vita migliore.
In questa Unione Europea noi vogliamo restare, ma vogliamo anche che risponda ad alcune fondamentali priorità:

1

Vogliamo un’Unione Europea che riscopra la sua missione originaria, praticando con coerenza nelle sue Istituzioni e nelle sue politiche i “valori indivisibili e universali della dignità umana, della libertà, dell’uguaglianza e della solidarietà”, basandosi “sul principio della democrazia e sul principio dello Stato di diritto” (Preambolo della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea).

2

Vogliamo che si prosegua nella strada verso la sovranità europea con il progressivo trasferimento di competenze a livello federale, quando la dimensione e l’urgenza dei problemi lo esige. Lo vogliamo in particolare per una politica estera e di sicurezza comune in favore della pace, per una politica migratoria comune e per una politica economica e sociale che contrasti squilibri responsabili di disuguaglianze e povertà.

3

Vogliamo un’Unione accogliente con quanti fuggono dalla guerra e da condizioni di vita insopportabili, accompagnandoli verso un inserimento rispettoso nelle nostre comunità e verso i fondamentali diritti e doveri di cittadinanza.

4

Vogliamo un’Unione che, in una stagione di globalizzazione segnata da crescente digitalizzazione e robotizzazione dell’attività economica, metta al centro del suo impegno politiche per la formazione e la crescita culturale e per il diritto al lavoro e le sue tutele, in particolare per le giovani generazioni vittime di precariato e sottoccupazione ed escluse dai più elementari diritti sociali, grazie anche a politiche di genere in grado di contrastare discriminazioni e violenze sulle persone.

5

Vogliamo un’Unione che si faccia carico delle sue responsabilità, passate e presenti, con i Paesi in difficoltà di sviluppo e che dia priorità a credibili e consistenti politiche di sostegno alla vicina Africa, nel rispetto delle culture del continente e con rigore etico nelle politiche di investimento e del commercio.

6

Vogliamo un’Unione che prosegua con più forza nel suo impegno per la salvaguardia del pianeta, negoziandone le condizioni con gli altri Paesi industrializzati, incentivando la produzione di energie alternative rinnovabili e stimolando nuovi stili di vita, segnati da maggiore sobrietà nei consumi e da più grande rispetto delle risorse naturali.

7

Vogliamo politiche di bilancio che facciano leva su una fiscalità progressiva, armonizzata e convergente, per evitare forme di alterazione della competizione economica e di discriminazione per i lavoratori, grazie anche a una politica economica comune e al sostegno di un bilancio comunitario adeguato che traduca concretamente il valore della solidarietà europea ben al di sopra degli insufficienti valori attuali.

8

Vogliamo un’Unione che, in attesa di riformare i Trattati con una coraggiosa Costituente europea, realizzi nuovi equilibri istituzionali perché prevalga lo spirito comunitario sulla deriva intergovernativa che sta logorando l’Unione e indebolendo l’adesione dei cittadini al progetto di un’Unione sociale e politica.

9

Vogliamo Istituzioni europee democratiche e trasparenti, capaci di operare a favore del bene comune, con percorsi decisionali collocati all’interno delle sedi pubbliche comunitarie invece che in ambiti intergovernativi o non previsti dai Trattati.

10

La realizzazione di queste priorità esige da parte nostra una forte assunzione di responsabilità all’altezza delle sfide che chiediamo all’Unione di affrontare. Insieme ci impegniamo per attivare nel nostro territorio una corretta informazione e una approfondita e aggiornata formazione sui temi comunitari e per dare un contributo ad una ripresa dell’educazione civica nelle scuole, in particolare per la sua dimensione europea.  Ci impegniamo a sviluppare un dialogo costante con le forze politiche che nel futuro Parlamento europeo lavoreranno alla costruzione di un’Unione politica federale, determinati a sviluppare una cittadinanza attiva che coniughi una rafforzata democrazia partecipativa e deliberativa con una democrazia rappresentativa oggi in seria difficoltà.

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