Grecia: non solo soldi. Molto di più
Quel brutto pasticcio che la Grecia sta vivendo, e facendo vivere all’Unione Europea, non è solo una storia di soldi, anche se quelli che ballano in questi giorni raggiungono la ragguardevole somma complessiva di 322 miliardi di euro da restituire alla Banca centrale europea (BCE), al Fondo monetario internazionale (FMI) e agli Stati membri dell’UE. Tra questi l’Italia vanta un credito di circa 40 miliardi, non proprio bruscolini.
Ucraina, a un passo dalla guerra
È sempre più tesa la situazione in Ucraina dove gli scontri nella parte orientale del Paese, tra separatisti filorussi e forze governative ucraine, stanno disegnando veri e propri scenari di una guerra che non solo infuria localmente ma sta sconvolgendo anche i fragili rapporti tra Est e Ovest, nati dopo la fine della guerra fredda.
La Grecia alla ricerca di alleanze
La vittoria di Syriza il 25 gennaio ha galvanizzato una gran parte del popolo greco, stremato dalle politiche di austerità, e ha incoraggiato quanti in altri Paesi dell’Unione Europea hanno vissuto gli effetti disastrosi di quelle politiche, come si è visto in particolare nella massiccia mobilitazione del movimento “Podemos” in Spagna.
Un Presidente garante dell’Unità d’Italia e dell’Europa
Dodici Presidenti in meno di settant’anni di vita della Repubblica sono un primo segnale di stabilità nella storia politica recente d’Italia, che ha visto alternarsi governi a ritmi accelerati, con una durata media molto ridotta. Anche per questa ragione vale la pena soffermarsi sull’importanza che riveste nel tempo il Quirinale per la vita del Paese e per le sue relazioni internazionali.
L’Unione Europea dopo il voto greco
Adesso che gli echi dei comprensibili festeggiamenti per la vittoria di Syriza si sono spenti ad Atene e mentre a Bruxelles, Francoforte e Berlino fervono gli interrogativi sulle risposte da dare ad Alexis Tsipras, viene il tempo di provare a capire - o a indovinare - quale Unione Europea potrà rinascere dopo il voto greco.
Guerre in Europa
Sono sempre più sotto tensione le frontiere dell’Europa, dove le guerre a Est e a Sud sembrano essere entrate in una fase più intensa, inquietante e che le allontana sempre più da una possibile soluzione o da una prospettiva di pace.
Grecia alla sinistra dell’Europa
Il risultato delle elezioni politiche, anticipate in Grecia il 25 gennaio, era atteso ovunque in Europa, da Madrid a Berlino, da Bruxelles a Roma.
Europa, tra terrorismo e dialogo
In una Bruxelles protetta dai militari e a pochi giorni dagli attentati che hanno scosso la Francia e l’Europa intera, si è tenuto ieri il Consiglio dei Ministri degli Affari esteri per discutere delle misure da adottare contro il terrorismo. Si è discusso di scambi di informazioni, di foreign fighters, di protezione delle frontiere nonché di registro comune dei nomi dei passeggeri dei voli (Pnr).
Dalla Banca Centrale Europea una svolta per l’Europa?
Le sanguinose incursioni del terrorismo islamico in Europa, prima in Francia e pochi giorni dopo in Belgio, hanno scosso dalla loro sonnolenza le Istituzioni comunitarie, ad oggi ancora ferme alle dichiarazioni, anche se è probabile che almeno i servizi di "intelligence" dei Paesi UE abbiano intensificato il loro coordinamento.
Nigeria: il terrorismo non ha frontiere
Mentre si svolgevano in gran parte della Francia e in altri Paesi del mondo le manifestazioni “citoyennes” e repubblicane per dire no al terrorismo, per difendere la democrazia e la libertà d’espressione, per rilanciare il messaggio della necessità del dialogo fra religioni e culture diverse, si consumava in Nigeria l’ennesimo episodio di un lungo dramma ad opera dei terroristi di Boko Haram.
Da Parigi una sveglia per l’Europa
Per parafrasare, modificandone in parte il senso, la riflessione del nostro Gianbattista Vico, dopo i fatti di Parigi e pensando all’Europa verrebbe da dire: “È stata una traversia, potrebbe diventare un’opportunità”.
Europa in guerra?
Arrivare a Bruxelles poche ore dopo il tragico attentato di Parigi al giornale satirico Charlie Hebdo è stata una coincidenza, ma anche un’occasione per riflettere su questa Europa e sul suo futuro.
Palestina, un calvario per l’esistenza
Fra le macerie di un processo di pace che, da anni, ha sempre più il sapore di un illusorio negoziato fra le parti, la Palestina continua la sua strada diplomatica per richiamare l’attenzione internazionale sul suo diritto ad esistere. In un contesto mediorientale estremamente turbolento e pericoloso e in un crescendo di scontri e violenze fra Israeliani e Palestinesi, il Presidente palestinese Mahmoud Abbas prosegue con tenacia il suo solitario cammino che dovrebbe condurre alla pace e al riconoscimento dello Stato di Palestina.
Messaggi dai confini dell’UE nel 2015
Sarà ai suoi confini che l’Unione Europea si giocherà molto del suo futuro politico in questo 2015. Tanto a sud quanto a nord. A sud, sulle sponde del Mediterraneo, dove Italia e Francia aspettano non senza preoccupazioni l’esame di riparazione previsto a inizio primavera sui loro traballanti conti pubblici e dovela Greciain gennaio ela Spagnaa dicembre andranno a elezioni politiche che vedono per ora in vantaggio le nuove sinistre - l’ellenica Syriza e l’iberica Podemos - fortemente critiche verso Bruxelles.
Per il mondo nel 2015 sogno…
Un proverbio africano dice: “Se si sogna da soli, è solo un sogno. Se si sogna insieme, è la realtà che comincia”.
Ho un sogno per l’Europa
Sogno un’altra Unione Europea che continui a vivere nel tempo, senza limitarsi a sopravvivere, cambiando ritmo e verso per recuperare le occasioni perse e per rispondere alle domande dei suoi cittadini ed essere all’altezza delle sfide che l’attendono.
2014: un bilancio
Sta per concludersi l'anno 2014 e, inevitabilmente, si avvicina anche l'ora dei bilanci. Anno innanzitutto che ha segnato il centenario dell'inizio della prima guerra mondiale e anno in cui - sono le parole di Papa Francesco - il mondo sembra essere entrato in una terza guerra mondiale, ma «combattuta a pezzetti». Non è stato infatti, a livello globale, un anno in cui le speranze di pace abbiano avuto il sopravvento sulle realtà di guerre che si sono accese un po’ ovunque e, in particolare, proprio ai confini di questa nostra Europa.
Europa: tempo di bilanci, fuori i numeri
Fine anno, è il momento dei bilanci. Scorrono fiumi di parole, abbondano i luoghi comuni, come quello del “bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto”, trasudano rimpianti per quello che si poteva fare e non si è fatto, fioriscono critiche a tutti meno che a se stessi, tutti a battersi il pugno sul petto degli altri.
A Lima un piccolo passo avanti sul clima
Si è conclusa a Lima, domenica scorsa, l’ultima grande Conferenza delle Nazioni Unite sul clima che dovrebbe portare a fine 2015, a Parigi, alla firma del tanto atteso primo accordo mondiale sugli impegni per fermare il surriscaldamento del Pianeta. Un accordo vincolante fra Paesi industrializzati, storici e maggiori responsabili delle emissioni di CO2 negli ultimi 150 anni e i Paesi emergenti o in via di sviluppo, volto a sostituire il Protocollo di Kyoto a partire dal 2020 e con l’obiettivo di contenere l'aumento del riscaldamento climatico entro i 2 gradi.
Italia e Germania per ricostruire l’Unione Europea
Che molta influenza abbia avuto, e continui ad avere, la Germania sulla vita dell'Europa è un’evidenza che non sfugge a nessuno. Nel bene e nel male, nel secolo scorso e in questo che stiamo vivendo. Qualcosa di analogo si può dire dell’Italia, benché in misura minore: anche qui nel bene e nel male, ieri e oggi.