Quel brutto pasticcio che la Grecia sta vivendo, e facendo vivere all’Unione Europea, non è solo una storia di soldi, anche se quelli che ballano in questi giorni raggiungono la ragguardevole somma complessiva di 322 miliardi di euro da restituire alla Banca centrale europea (BCE), al Fondo monetario internazionale (FMI) e agli Stati membri dell’UE. Tra questi l’Italia vanta un credito di circa 40 miliardi, non proprio bruscolini.
A complicare una vicenda già abbastanza complessa intervengono altri fattori che le danno dimensioni politiche e strategiche ben superiori a quel modesto 2% del Prodotto interno lordo, poca cosa per l’economia europea.
C’è di mezzo la storia: non solo quella antica, che fa della Grecia la culla della nostra civiltà con la fecondità dei suoi miti, la profondità del suo pensiero filosofico, la ricchezza delle sue produzioni letterarie, dalla poesia al dramma, fino all’invenzione di un primo abbozzo di vita democratica, anche se forse troppo enfatizzata dai moderni.
C’è di mezzo la religione, con una Chiesa ortodossa poco propensa al rinnovamento e al rispetto della laicità dello Stato e tuttavia un ponte tra il cristianesimo dell’Europa occidentale e di quello dell’Europa orientale, ma anche la tentazione di un “polo religioso ortodosso” tra Grecia, Serbia e Russia.
Soprattutto c’è di mezzo, in questa fase di forte instabilità del continente europeo e del vicino Oriente, una rilevanza geopolitica che va ben al di là delle forze militari presenti sul terreno. La Grecia, membro di frontiera, con la Turchia, dell’Alleanza atlantica (NATO), mantiene da sempre rapporti di buona intesa con la Russia, oggi rafforzati con il nuovo Governo di Alexis Tsipras, come si è potuto costatare da entrambe le parti all’indomani della straordinaria vittoria elettorale di Syriza, una composita sinistra radicale. Mosca ha salutato con grande calore il nuovo governo, i cui rappresentanti – tanto dell’estrema sinistra che della destra nazionalista – con il suo chiacchierato ministro della Difesa non hanno esitato a interloquire col Cremlino, portando a casa promesse di sostegno finanziario ai disastrati conti pubblici greci e prospettive di collaborazione per i giacimenti di gas nel Mediterraneo, un mare in cui si accrescono tensioni e drammi, come l’ennesima strage di migranti.
Ma niente viene dato in cambio di niente, soprattutto da parte di una Russia impegnata a sfruttare la vicenda ucraina per dividere l’Unione Europea, responsabile con gli Stati Uniti di averle inflitto pesanti sanzioni che, insieme con il crollo del prezzo del petrolio, stanno mettendo in serie difficoltà l’economia russa.
Ma se da una parte la Russia strizza l’occhio alla Grecia, ottenendo dal Governo ellenico l’opposizione a nuove sanzioni, dall’altra gli Stati Uniti fanno gli occhi dolci alla Grecia spronando l’UE a trovare una soluzione – a sue spese, evidentemente – al problema del debito greco.
Non stupisce che al Consiglio europeo dei Capi di Stato e di governo, il 12 febbraio a Bruxelles, il tema dell’Ucraina e della Grecia si siano intrecciati con l’obiettivo, da una parte, di mantenere la pressione sulla Russia, senza ricorrere alla fornitura di armi come sono tentati di fare gli Stati Uniti e, dall’altra, di non rompere con la Grecia per non “regalarla” alla Russia, ma nemmeno al massacro dei mercati, col rischio di mettere in pericolo l’euro.
Tenere insieme, su due fronti così caldi, i 28 Paesi UE tra loro divisi, da una parte, sulla paura dell’”orso russo” e sul rafforzamento dell’alleanza militare che USA e i Paesi ex – sovietici vorrebbero portare alle frontiere della Russia e, dall’altra, sui compromessi da trovare con la Grecia non è impresa facile. Ci hanno provato Angela Merkel e François Hollande per l’UE e Biden e Kerry per gli USA: è ancora presto per dire se riusciranno in una difficile impresa, dalla quale può dipendere la pace in Europa.
Ma non solo quello che già avete detto.
Esiste anche il Problema-Pericolo che la Grecia sia il paese testa d’ariete per scardinare sia l’euro che l’unione Europea invisi a USA e Russia. Se il comportamento dei responsabili Europei dovesse portare alla iniziale uscita dall’EURO della Grecia, poi chi la seguirebbe per prima?
Questo DISASTROSO SCENARIO peserebbe di più o di meno del 2% del PIL Europeo? E quali conseguenze avrebbe?
Inizieremo di nuovo a GUERREGGIARE?????
Ecc. Ecc. Ecc.
Che la vicenda greca nell’UE possa avere un importante impatto geopolitico deve preoccupare molto di più che non il rientro della Grecia dal debito: su questo stiamo cercando di attirare l’attenzione da tempo. Il ruolo degli USA in questo contesto non è meno importante, forse solo meno visibile, di quello della Russia. Bisognerà tenere gli occhi bene aperti e guardare al di là delle sole questioni finanziarie. Grazie comunque per questo richiamo.