Ancora un Consiglio ue a vuoto?
Non è stato un gran Consiglio europeo quello che ha riunito la settimana scorsa i Capi di Stato e di Governo: pochi risultati, qualche tensione e i soliti rinvii. Niente di nuovo per quest’Unione che, appena fatto qualche passo avanti, sembra prendere paura di se stessa e preme sul freno, non importa se la crisi invece continua ad accelerare e a travolgere milioni di persone in Europa.
Tobin tax e dintorni
Dall’UE stanno arrivando segnali di risveglio, trascurati dai più o non letti in prospettiva come meriterebbero. Per limitarci ai più significativi basta soffermarsi su tre episodi di questi primi giorni di ottobre: l’adozione del “Meccanismo Europeo di Stabilità” (ESM), l’avvio di una cooperazione rafforzata in vista di istituire la “Tobin tax” e il duro confronto in corso sul futuro bilancio dell’UE.
Un Premio Nobel per la pace all’ Unione Europea
È stato un riconoscimento a dir poco inaspettato, tanto da suscitare non solo sorpresa, ma in qualche caso anche sottili ironie o ragionevoli dubbi. Eppure, che lo si voglia o no, questo Premio Nobel per la Pace interviene in un passaggio importante fra passato e futuro dell’Europa, in un momento cruciale nella storia della sua difficile integrazione e sembra un Premio dato al passato dell’UE per spronarla verso il futuro.
Georgia, tra Russia ed Europa
Le elezioni legislative che si sono tenute in Georgia lo scorso 1 ottobre aprono nuovi scenari nel Caucaso del Sud e pongono più che mai il Paese sul filo di un delicato equilibrio geopolitico fra Russia ed Europa.
Vent’anni di Mercato unico europeo
Ci sono date importanti nella giovane storia dell’UE: un calendario denso di avvenimenti, caratterizzato spesso da due passi avanti e uno indietro con lunghi momenti di pausa nel processo di integrazione europea, che ci ha fatto dimenticare una data importante di vent’anni fa, quando nel 1992 arrivò a compimento – o quasi – il progetto del Mercato unico.
Il nuovo che non avanza
Resta desolante il paesaggio della politica italiana. Dopo i tempi del “bunga bunga” in molti avevano sperato che il mandato di governo offerto da Giorgio Napolitano a Mario Monti consentisse di risanare il Paese devastato da troppe stagioni di malgoverno, alla politica di rigenerarsi e ai cittadini italiani di riavvicinarsi con fiducia alle Istituzioni repubblicane. Purtroppo non sta andando così: la vecchia Italia continua a sprofondare nella melma della corruzione, l’economia ad andare di recessione in recessione, il debito pubblico ad ingigantirsi, il welfare a perdere colpi e, anche più grave, i suoi cittadini a sopravvivere rassegnati a un destino che tale non è, ma così sembra sia ormai considerato da molti. Spesso è così che deperiscono e muoiono le democrazie, giorno dopo giorno, quando nessun soprassalto di novità e di discontinuità si manifesta e il vecchio continua ad avanzare.
I mali del mondo all’ordine del giorno dell’ONU
Come ogni anno a settembre quasi tutti i leader del mondo si ritrovano a New York per la riunione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite e per discutere dei principali problemi e sofferenze del mondo. Sotto la nuova Presidenza di Vuk Jeremic, ex Ministro degli Affari esteri di Serbia, l’Assemblea aveva iscritto al suo ordine del giorno punti caldi come il Mali, il Congo, la coesistenza dei due Sudan o il programma nucleare iraniano.
Italia e Europa raccontate al mondo
Poteva essere la solita liturgia quella dell’intervento all’Assemblea Generale dell’ONU di Mario Monti di mercoledì scorso, limitandosi a discorsi di maniera e evitando temi imbarazzanti. Invece da New York Mario Monti se ne è tornato a casa lasciandovi un’immagine dell’Italia fermamente intenzionata a ritrovare un ruolo e una rinnovata credibilità nel processo di integrazione europea e nel concerto internazionale, decisa a risanare la propria economia e, la propria politica. Non è mancato il richiamo a quanto sta accadendo nella zona euro, oggetto di preoccupazione in molte parti del mondo: Monti ha confermato che un’Europa più unita e più forte è nell’interesse non solo degli europei e ha ricordato le misure già adottate dall’UE, alle prese con la peggiore crisi della sua storia.
A ciascuno la sua Europa
“A ciascuno la sua notte” è il titolo di un romanzo inquieto dello scrittore francese Julien Green: fa venire in mente la notte dell’Europa, diversamente vissuta da ciascuno dei protagonisti della politica italiana.
Venti di tempesta sulle Primavere arabe
Si è alzato un violento vento di proteste in tutto il Medio oriente e oltre contro l’ennesima e sciagurata provocazione di un film blasfemo sul Profeta Maometto. Ma il film, che da solo non spiega il perché di tanta violenza e di tanto rancore, interviene in un momento particolarmente difficile per il futuro delle Primavere arabe e in un contesto regionale ad alta instabilità. La situazione è sempre più pericolosa e imprevedibile e l’Europa non può più permettersi di stare a guardare, perché è la sola a poter immaginare un nuovo dialogo, una nuova cooperazione, una nuova politica di interessi comuni e condivisi da una parte e dall’altra del Mediterraneo. Nel rispetto di tutti.
2013 – l’Anno della cittadinanza europea
Le questioni finanziarie hanno concentrato l'attenzione generale, concetti prima sconosciuti quali "spread" o EMF sono entrati a far parte del linguaggio comune. Malgrado l'attenzione dei media e delle principali istituzioni nazionali ed europee a temi finanziari, poca attenzione è stata dedicata a questioni più vicine ai cittadini. L'Anno della cittadinanza europea è una proposta della Commissione per diffondere la conoscenza dei diritti e delle opportunità offerte ai cittadini dei Paesi membri dall'ordinamento comunitario.
Nuove luci e vecchie ombre sull’Europa
Dopo mesi e anni di cattive notizie per l’Europa, qualcosa sembra finalmente cambiare. Dopo l’infinito corteo di segnali di crisi e annunci di baratri per l’Europa, gli ultimi giorni hanno registrato più luci che ombre, con eventi che potrebbero cambiare la sorte dell’Unione Europea, frenandone la deriva pessimista, ridando fiato all’euro e incoraggiando le Istituzioni europee a riprendere l’iniziativa: condizione essenziale per rilanciare un’ Europa dei popoli con i cittadini reali protagonisti.
L’Egitto nella transizione
Sembra lontano quel 30 giugno 2012 quando Mohamed Morsi prestò giuramento davanti alla Corte costituzionale e divenne il nuovo Presidente d’Egitto. Era stata un’elezione che aveva sorpreso un po’ tutti, anche perché Morsi era stato presentato quasi come un candidato di ripiego per i Fratelli Musulmani e non presentava quel carisma che in tanti cercavano per portare avanti, nello spirito della Rivoluzione, la transizione verso il dopo Mubarak. Ma a poco più di due mesi dalla sua elezione, Morsi ha già dato segni significativi di cambiamento, sia sul piano interno che su quello esterno per un nuovo ruolo dell’Egitto sulla scena mediorientale e internazionale.
Se l’Europa riparte
Con la decisione del Consiglio direttivo della Banca Centrale Europea (BCE), l’UE non solo ha tirato un sospiro di sollievo e con essa i Paesi sotto la pressione dello “spread”, ma ha anche ripreso fiato in vista cammino verso la ricostruzione dell’Europa, a cominciare dall’eurozona minacciata dalla crisi dell’euro e dal corto circuito tra i dissesti delle banche e il debito sovrano di alcuni suoi Stati.
Europa, è ora di scoprire le carte
Se agosto per l’Europa non è stato un mese tranquillo, non sarà certo settembre il mese per riposare. Da troppo tempo ormai si vanno accumulando annunci, rinvii, contraddizioni e contrasti perché adesso i nodi non vengano al pettine.
Putin e la paura delle Pussy Riot
Era una sentenza attesa e scontata quella del 18 agosto scorso che ha condannato a due anni di prigione tre ragazze del gruppo rock Pussy Riot, il cui “crimine” è stato quello di chiedere alla Madonna, cantando nella Cattedrale ortodossa di Cristo Salvatore, di liberare la Russia da Putin. Un’invocazione durata 30 secondi, che, per quanto discutibile, provocatoria o emblematica che sia, ha fatto il giro del mondo e ha ulteriormente messo in evidenza la deriva autoritaria della Russia e del suo Presidente Putin contro ogni forma di dissenso.
Agosto, l’Europa non va in vacanza
È stato un mese di agosto senza o con poche vacanze, a cominciare dai molti che la crisi ha trattenuto a casa. Hanno dovuto rinunciare o ridurre le loro vacanze anche molti politici, alle prese con le misure di austerità, la lotta contro lo spread e impegnati in manovre politiche e finanziarie. Due gli epicentri della tensione: Germania e Italia.
Il settembre che aspetta l’Europa
Settembre potrebbe essere davvero un mese importante per il nostro futuro e non solo perché con la ripresa delle attività si potrà meglio misurare le prospettive dell’economia europea e le pressioni che su di essa eserciteranno i mercati, ma anche per alcuni appuntamenti istituzionali importanti dai quali, ci auguriamo, venga un messaggio per una nuova Unione sovranazionale.
Gli europei e la loro Europa
Che cosa pensano oggi, dentro una crisi finanziaria e economica che non finisce di finire, i cittadini europei dell’UE, delle sue politiche e della sua moneta unica? Che cosa temono maggiormente per il loro futuro e quale Unione Europea ritengono o si augurano che emerga dalla crisi?
Sahel, tra destabilizzazione, carestia e venti di guerra
In un momento in cui gran parte dell'opinione pubblica internazionale ha gli occhi rivolti soprattutto sulla guerra civile in Siria, c'è un pezzo d' Africa, il Mali, che sta vivendo, nell'ombra dell'informazione, una delle sue crisi più profonde dalla sua indipendenza.