L’Europa si muove sul fronte dei migranti
Ci sono volute tante tragedie in mare, migliaia di vittime inghiottite dal Mediterraneo e migliaia di persone sbarcate sulle nostre coste in cerca di protezione e di futuro perché l’Unione Europea si muovesse con un po’ di coraggio e, speriamo, di solidarietà, per far fronte al fenomeno dei forti flussi migratori provenienti dal Sud.
Da Londra un segnale e un’occasione per l’Unione europea
Ancora una volta è evidente l’intreccio tra elezioni nazionali e politica europea e viceversa, segno che, piaccia o no, siamo tutti sulla stessa barca e ci tocca remare. Che poi qualcuno remi in un senso e qualcuno in un altro non è una novità nell’UE.
L’Europa a Cuneo, Cuneo in Europa
Riceviamo e pubblichiamo il Comunicato Stampa del Comune di Cuneo in occasione della "Festa dell'Europa 2015"
Sessantacinque anni fa, con la Dichiarazione Schuman, prendeva avvio...
Cambiamenti climatici: in attesa dell’enciclica di Papa Francesco
Sta creando molta attesa la futura enciclica di Papa Francesco, dedicata ai temi dell’ambiente e dei cambiamenti climatici. La stampa straniera in particolare, a partire dal New York Times, dedica ampio spazio alla presentazione di questa futura enciclica papale che affronta, per la prima volta, temi ambientali.
Unione Europea: dentro e/o fuori
Viene il tempo, nella vita delle persone e in quella delle comunità, di non stare più sulla soglia, il tempo di entrare o di uscire, o almeno, di fare un passo chiaro in un senso o nell’altro.
Primo maggio: il lavoro non fa festa
Continua a imperversare la battaglia dei numeri sul fronte del disagio sociale: dopo le previsioni fragili del governo italiano nel Documento di economia e...
Gli egoismi nazionali, una minaccia per la pace anche per l’Unione Europea
I migranti che approdano in Europa provengono da Paesi in guerra alla ricerca di una terra di pace che li possa accogliere. Quando, a prezzo di enormi rischi e depredati dai nuovi “schiavisti”, riescono a raggiungere il nostro continente impattano duramente con un’Unione Europea che si vanta di aver salvaguardato la pace sulle nostre terre e di avere per questo ottenuto nel 2012 il Nobel per la pace.
Mediterraneo, mare d’Europa
Si è consumata nel Mediterraneo l’ennesima strage di migranti, forse la più importante per numero di vittime mai registrato finora. Una strage annunciata, che proprio per le sue dimensioni e i suoi risvolti apocalittici, scuote di nuovo l’Europa e la riporta di fronte a responsabilità politiche ed umanitarie mai coerentemente e coraggiosamente affrontate finora. Una strage annunciata non solo perché la situazione sulla sponda Sud del Mediterraneo non è né cambiata, né migliorata, anzi, ma anche per gli strumenti inadeguati messi in campo dall’Europa e dall’Italia dopo l’ultima grande strage dell’ottobre 2013 (circa 400 vittime).
Per non annegare nelle parole
Adesso diventa urgente, oltre che salvare i disperati che annegano a centinaia nel Mediterraneo, salvare dal naufragio anche l'Europa. E per riuscirci le parole non bastano. Adesso bisogna capire bene da dove arriva questa strage continua, quali sono le sue dimensioni oggi e domani e decidere che cosa l'Unione Europea può e deve fare e con quale contributo dell'Italia.
UE – USA: alleati e amici, non complici
Può stupire, ma c’è ancora molto da scrivere sulla storia dei rapporti tra Europa e Stati Uniti d’America. Sarà perché si tratta di una storia recente, poco più di duecento anni dal 1776 quando nacquero gli USA, o sarà perché troppo densi gli interessi da condividere o spartirsi o e anche perché in questi ultimi anni il mondo è andato veloce e gli scenari geopolitici sono molto cambiati.
Turchia sempre più lontana dall’Europa
Sembra essersi arrestato il cammino che avrebbe dovuto portare la Turchia nell’Unione Europea e l’UE ad avventurarsi al di là del Bosforo, nella direzione di una regione, quella mediorientale, tanto interessante economicamente quanto instabile politicamente.
Dietro i numeri le persone: il lavoro che non c’è
Tempo di DEF (Documento economia e finanza), tempo di numeri e tempo di previsioni.
Numeri da prendere con le molle perché in questo mondo instabile i numeri ballano e spesso la politica è tentata di giocarci, vendendo promesse e illusioni.
Ogni giorno, una pagina di sangue
È sempre più difficile affrontare ogni giorno le notizie che ci giungono via media dall’Africa e dal Medio Oriente. Ogni giorno un’insostenibile raffica di guerre, violenze, terrore che scuotono inutilmente la nostra incredulità, che superano limiti che pensavamo irraggiungibili, che ci interrogano sulle ragioni e su come affrontare una sfida così incomprensibile.
Iran: sarà un accordo storico?
Ci sono voluti 35 anni di messa al bando per il “Grande Satana” Iran, 9 anni di pesanti sanzioni inflitte nel 2006 dal Consiglio di Sicurezza ONU, 12 anni di tentativi negoziali e 9 giorni di confronti accaniti tra le diplomazie al tavolo di Losanna per approdare a un accordo di principio sul contrasto alla corsa iraniana verso il nucleare di una possibile bomba atomica.
Yemen, nuovo fronte di guerra in Medio Oriente
Si è aperto in Medio Oriente un nuovo fronte di guerra e più precisamente nello Yemen, un Paese situato sulla punta sud della Penisola arabica e considerato uno dei Paesi più poveri al mondo. Alle spalle ha una lunga storia di guerre interne e di divisioni etniche e religiose, superate solo apparentemente con la riunificazione dei due Stati yemeniti del Nord e del Sud nel 1990.
L’UE e la sicurezza aerea
La tragedia dell'Airbus 320 della compagnia tedesca Germanwings, precipitato sulle Alpi francesi a poca distanza dal confine italiano, con le sue 150 vittime trascinate verso la morte da un pilota suicida ha destato dolore e sconcerto, suscitando non pochi interrogativi sulla sicurezza del trasporto aereo.
Siria e Tunisia, tra la guerra e la difesa della pace
Era il 15 Marzo 2011 quando per la prima volta, sulla scia dei movimenti delle Primavere arabe in Tunisia e in Egitto, i primi manifestanti siriani scesero nelle strade di Damasco e Aleppo per protestare contro il regime dittatoriale di Bachar al Assad. Da allora sono trascorsi esattamente quattro anni
Troppe inquietudini a sud del Mediterraneo
Tante le notizie inquietanti che da mesi ci giungono dalla sponda del Mediterraneo, da quel Medio Oriente in piena trasformazione, dove si stanno ridisegnando nuove frontiere nell’obiettivo di costituire un nuovo Califfato, dove il terrorismo e il vento della guerra jihadista soffia ormai non solo dall’Iraq e dalla Siria, ma attraversa anche gli Stati circostanti, si dirige verso Ovest, ha raggiunto la Libia e ora anche la Tunisia. A guardare una cartina geografica si ha la chiara percezione di un progressivo avvicinamento alle coste dell’Europa.
Speranze e preoccupazioni al Consiglio europeo di Bruxelles
Come ogni anno, i Capi di Stato e di governo si sono ritrovati, questa settimana, per il Consiglio europeo di primavera a Bruxelles, dove finalmente sembra sia spirata qualche brezza primaverile per l’economia europea. E questo nonostante la crisi greca che invece di avviarsi a soluzione rischia di aggravarsi e le tensioni politiche alimentate ulteriormente dall’attentato di Tunisi.
Partenariato Transatlantico
Ha una sigla che suona male, come finora sono andati piuttosto male i negoziati che lo riguardano. Si chiama “Ttip” (Transatlantic Trade and Investment Partnership) che, tradotto alla lettera dall’inglese, significa: “Partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti” e ha ormai fama di un accordo semi-clandestino, negoziato fino a poco tempo fa quasi segretamente tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti d’America, in vista della creazione di una zona di libero scambio transatlantica.
Si tratta di un negoziato avviato in sordina, con tutte le cautele del caso, vista la sensibilità dei temi su – o, meglio, sotto - il tappeto











