Turbolenze ai confini dell’Europa nel 2015

Anche il 2015 si avvia ad essere ormai “passato”, lasciando in eredità un futuro più che mai incerto ed inquietante sul versante della pace...

Dicembre, voti che pesano

L’Europa è un laboratorio di democrazia permanente, almeno a giudicare dalla frequenza delle consultazioni elettorali e simili. Nel giro di una settimana, nell’Unione Europea, due Paesi importanti, Francia e Spagna, sono andati alle urne. E in quello stesso breve spazio di tempo si è svolta in Germania, a Karlsruhe, un’importante consultazione all’interno della CDU, il partito di Angela Merkel, il cui esito per l’Unione Europea potrebbe avere conseguenze significative.

Alta tensione al Consiglio europeo di dicembre

Era l’ultima occasione dell’anno per i Capi di Stato e di governo europei riuniti nel Consiglio europeo a Bruxelles la settimana scorsa. C’era motivo...

A Parigi una svolta per la salvaguardia del pianeta

Mettere d’accordo 195 Paesi non era facile e si sapeva. Adesso che la COP21 – il Vertice ONU per il contrasto al surriscaldamento climatico, tenutosi a Parigi nei giorni scorsi – ha chiuso i battenti viene il tempo dei bilanci e delle prospettive.

L’Europa smarrita nel nuovo disordine mondiale

A voler mettere in fila tutti i focolai che alimentano il disordine mondiale ne risulterebbe una lista sicuramente non corta e, purtroppo, in costante espansione. Si va dall’instabilità politica di molti Paesi alle crescenti disuguaglianze sociali, dalla fragilità di molte economie all’insostenibilità dell’attuale modello di sviluppo fino alla moltiplicazione di conflitti armati, molti dei quali segnati dall’esplosione di attentati terroristici.

Il fronte fragile del diritto internazionale

Attorno al 1950, a pochi anni dalla fine della Seconda guerra mondiale, il mondo si trovò a doversi dotare di nuovi assetti politici, economici e militari. L’Occidente in particolare aprì numerosi cantieri nei quali presero forma nuove Istituzioni, dall’Organizzazione per la cooperazione economica europea (OECE, oggi OCSE) nel 1948, all’Alleanza Atlantica (NATO) e al Consiglio d’Europa nel 1949, fino alla prima Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA) nel 1950.

A Parigi per salvare il pianeta

Parigi, vittima del terrorismo in un Paese tentato dai venti di guerra, sarà per una decina di giorni la capitale del pianeta Terra, o almeno di quello che ne resta, dopo le devastazioni causate al nostro ambiente di vita dal processo di industrializzazione esasperata nell’ultimo secolo, principalmente ad opera di un’Europa e dell’Occidente che oggi cerca di riscattarsi, non senza contraddizioni.

La Turchia e il “dialogo” con l’Europa

Forte del risultato delle elezioni di novembre che hanno dato una maggioranza quasi assoluta al partito del Presidente Erdogan, l’AKP (Partito della Giustizia e dello Sviluppo), il Primo Ministro Davutoglu ha partecipato al Vertice UE-Turchia che si è tenuto il 29 novembre a Bruxelles. Un Vertice convocato dal Presidente del Consiglio europeo Donald Tusk con l’obiettivo, da una parte, di gettare le basi di una cooperazione per il contenimento e la gestione dei flussi migratori e, dall’altra, per ridare vita al processo di negoziato per l’adesione della Turchia all’Unione Europea.

Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

Signor Presidente Schulz, Signore Deputate, Signori Deputati, ringrazio il Parlamento Europeo per avermi dato il privilegio di rivolgermi a questa Assemblea, che rappresenta i popoli dell'Unione. Prendo la parola in un momento particolarmente drammatico per tutti noi. L'Europa è ferita: Bruxelles, Copenaghen, Londra, Madrid, Parigi, sono altrettante lacerazioni, dolorose e incancellabili, sul corpo della nostra Unione.

Sveglia, Europa: un’occasione da non perdere

Forse mai come in questi giorni abbiamo capito quanto lenta sia stata questa nostra Europa a cogliere la gravità delle sfide che la coinvolgono, al punto da chiedersi se ormai non sia troppo tardi per dare risposte adeguate.

Parigi, Europa – 25 novembre 2015 – Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

Signor Presidente Schulz, Signore Deputate, Signori Deputati, ringrazio il Parlamento Europeo per avermi dato il privilegio di rivolgermi a questa Assemblea, che rappresenta i popoli dell'Unione. Prendo la parola in un momento particolarmente drammatico per tutti noi. L'Europa è ferita: Bruxelles, Copenaghen, Londra, Madrid, Parigi, sono altrettante lacerazioni, dolorose e incancellabili, sul corpo della nostra Unione.

Se l’Europa è la terra dell’incontro tra culture

Coloro che oggi dicono #not in my name sono parte di quelli «Islam moderato» a cui in questi giorni scrittori e commentatori chiedono di «alzare la voce» e di «isolare i violenti» e noi, cittadini europei dobbiamo essere al loro fianco, o meglio tutti dobbiamo essere “insieme”, «Uniti nella diversità», accomunati dall’aspirazione alla libertà, dal rispetto dei diritti e dalle salde radici democratiche difesa dei diritti.

Parigi, Europa

Anche per Parigi, dopo la strage della settimana scorsa, c’è un tempo per le emozioni e la solidarietà, con la speranza che arrivi presto anche quello dell’analisi e della lucidità, necessarie perché prenda rapidamente forma una strategia condivisa per affrontare un passaggio molto difficile per la storia della nostra Europa.

Di nuovo sangue a Parigi

Venerdì 13 novembre, Parigi è stata di nuovo colpita dalla cieca ferocia del terrorismo. Ad oggi 129 le vittime, 300 i feriti di cui un centinaio gravi, sette i punti d’attacco con armi e kamikaze che si sono fatti esplodere per provocare la strage. Certo non ci sono parole adatte per esprimere, sul filo di una forte emozione, l’orrore per quello che è successo né esistono parole per spiegare razionalmente le motivazioni che hanno spinto gli autori a compiere una tale carneficina. La maggior parte dei quotidiani di molti Paesi, non solo europei, non hanno esitato a scrivere nei loro titoli la parola “guerra” a lettere cubitali

Sinai, nuova frontiera del terrorismo?

È in quella penisola semi desertica, carica di storia antica e moderna situata all’Est dell’Egitto e schiacciata fra il Canale di Suez ad Ovest e Israele e la Striscia di Gaza ad Est, che il 31 ottobre scorso un aereo russo è precipitato con più di 200 persone a bordo. L’ipotesi che si fa sempre più strada ma che stenta comprensibilmente a confermarsi è quella di un attentato terroristico e dell’esplosione di una bomba a bordo ad opera dei militanti islamici della “Provincia del Sinai”, affiliati ai jihadisti dello Stato islamico.

Aung San Suu Kyi ha vinto le elezioni in Birmania

Dopo anni di dittatura militare, la Birmania ha tenuto ieri le sue prime elezioni libere da 25 anni a questa parte. Ha vinto con circa il 70% dei voti la Lega nazionale per la democrazia, il Partito di Aung San Suu Kyi. I militari, per ora, hanno ammesso la loro sconfitta elettorale, anche se la storia del Paese e dei suoi cittadini invita ancora alla prudenza.

UE e USA: disaccordi su un accordo di libero scambio

Che ci tocchi vivere nell’era della globalizzazione non è una novità e nemmeno una disavventura. Ormai solo pochi nostalgici del “buon tempo andato” non si rassegnano a considerare questo nostro mondo la casa comune dove organizzare tutti insieme la nostra vita e quella delle generazioni future.

Turchia: il voto dell’inquietudine

C'era grande attesa per i risultati delle elezioni del 1° novembre scorso, e non solo in Turchia. Richiamati alle urne dopo solo cinque mesi, i cittadini turchi che si erano in un primo momento espressi in modo tale da ridurre il peso della maggioranza assoluta di cui godeva il partito del Presidente Erdogan, l’AKP (Partito della Giustizia e dello Sviluppo, di orientamento islamico-conservatore) sono tornati sui loro passi, riconfermando una fiducia ininterrotta dal 2002.

Clima teso alla vigilia del vertice ONU di Parigi

Sono proseguiti nel corso del mese di ottobre due importanti negoziati mondiali, il cui esito peserà e non poco sulla nostra vita futura: quello per il contrasto al surriscaldamento climatico e quello per la creazione di uno spazio commerciale comune tra Unione Europea e Stati Uniti.

E anche da Est niente di nuovo (e di buono per l’UE)

Non sono una sorpresa i risultati elettorali in Polonia di domenica scorsa. Li aveva già chiaramente preannunciati, in primavera, l’esito del voto per la Presidenza della Repubblica e preparati il crescente malessere polacco nella vicenda dei flussi migratori, tradottosi in derive xenofobe e in forti tensioni con Bruxelles, diventata bersaglio per responsabilità non sue.

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