Un abbraccio mortale con il Sultano

1178

Non è facile interpretare e capire quali saranno sul lungo periodo le ricadute delle nuove decisioni che l’Unione Europea si appresta a prendere per quanto riguarda la gestione del problema dei rifugiati e degli immigrati. Sono decisioni che riguardano migliaia di uomini, donne e bambini che da alcuni anni a questa parte bussano disperatamente alle sue porte, fuggono da guerre e violenze e rischiano la vita per un ipotetico futuro migliore.

Eravamo ormai abituati, purtroppo, a Vertici in cui i ventotto Stati membri , con un cinismo irresponsabile e quasi incuranti delle guerre e del terrorismo che scuotono le frontiere a sud del Mediterraneo, si affrontavano su lembi di solidarietà per spartirsi alcune migliaia di profughi; capitava anche che si impietosissero per un momento quando le tragedie in mare si portavano via troppe vittime alla volta, ma è successo anche che, alla ricerca di una rotta alternativa al mare, tipo la rotta dei Balcani, i profughi si ritrovassero di fronte muri e filo spinato , intrappolati fra nuove e insuperabili frontiere che, oltre a mettere fine al sogno di raggiungere una meta sicura, non rispettavano nemmeno il sacrosanto diritto alla protezione internazionale e all’asilo.

Difficile e doloroso, per molti cittadini europei, assistere alla scrittura di queste pagine di storia dell’Unione Europea, dove i valori fondanti dei diritti, della solidarietà e dell’accoglienza vengono messi a dura prova e dove pezzi importanti della storia di integrazione, come l’accordo di Schengen e l’abbattimento delle frontiere interne, sono rimessi pesantemente in discussione.

Purtroppo, come detto all’inizio, l’Unione Europea sta per compiere un ulteriore passo avanti in questa sua drammatica non-politica dell’immigrazione. Incapace di affrontare il fenomeno con unità, dignità, con politiche adeguate e senza i continui ricatti di imminenti elezioni nazionali, l’Unione sta infatti per affidare alla Turchia il compito di gestire i flussi migratori che si orientano verso le sue frontiere.

Un compito che l’Unione dovrà pagare a caro prezzo, e non solo finanziariamente. Il contenuto dell’accordo, che dovrà essere ridiscusso al prossimo Vertice del 17-18 marzo prossimi è semplicemente, da parte dell’Unione Europea, una resa pura e semplice di fronte al diritto d’asilo e un ripiegamento totale all’interno della sua fortezza ; da parte turca si tratta invece di un calcolato e pesante ricatto nei confronti di un’Unione Europea debole, divisa e incapace di far fronte ad una delle più importanti sfide di questi ultimi anni.

Per bloccare il flusso verso i nostri Paesi, l’accordo prevede infatti che l’Unione Europea possa espellere in massa verso la Turchia tutti i migranti, rifugiati e richiedenti asilo che arrivano in Grecia. Le richieste d’asilo saranno esaminate direttamente dalla Turchia, dichiarata nel frattempo “Paese sicuro” e per ogni migrante riaccolto da Ankara, ne corrisponderà uno ricollocato in Europa. Insomma è come dire che non rimane più nulla del nostro diritto d’asilo.

La Turchia, per stare al macabro gioco, non ha esitato ad alzare il prezzo: 6 miliardi di Euro per gestire i flussi, la soppressione dei visti d’ingresso in Europa per i 90 milioni di cittadini turchi e la ripresa dei negoziati d’adesione. Un vero ricatto che pone l’Unione di fronte ad imbarazzanti prospettive : nelle mani di Erdogan, la Turchia sta infatti vivendo una deriva dittatoriale e islamista e una progressiva soppressione delle libertà fondamentali.

Non solo, ma la prospettiva della conclusione dell’Accordo UE-Turchia ha fatto anche suonare un campanello d’allarme a livello dell’ONU. L’Alto Commissario per i Rifugiati lo ha chiaramente detto di fronte al Parlamento Europeo in questi termini : “Sono profondamente preoccupato per qualsiasi accordo che comporterebbe un ritorno indiscriminato di tutti, senza la salvaguardia delle protezioni garantite dal diritto internazionale, (…)” .

Una preoccupazione giustificata per un Accordo che violerebbe non solo il diritto europeo (Accordo di Dublino in particolare) ma cancellerebbe anche la Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here