Cittadini con molte frontiere

Chi segue anche solo distrattamente l’attualità europea se n’è accorto da un pezzo: i funzionari dell’Unione, i media specializzati e talvolta anche gli europarlamentari usano un linguaggio tutto loro, che spesso è difficile da decifrare.

Russia e Cina dicono no alla Risoluzione dell’ ONU sulla Siria

Il veto russo e cinese al Consiglio di sicurezza dell’ONU sulla Risoluzione di condanna del regime siriano era previsto e ha giustamente sollevato un’ondata d’ indignazione fra gli altri paesi e nella comunità internazionale. Non era la prima volta, visto che già nell’ottobre scorso il Consiglio di sicurezza si era piegato di fronte alle intransigenze dei due paesi, restii su tutta la linea a condannare un dittatore che, mentre si votava all’ONU, continuava a massacrare il suo popolo, facendo più di duecento vittime a Homs.

Quando la ragion di stato prevale sull’etica e la giustizia

Non è davvero capitata nel momento più propizio alla sua comprensione la recente sentenza della Corte dell’Aja che, a 70 anni dai fatti cui si riferisce, nega gli indennizzi alle vittime italiane dei nazisti. Il pensiero di molti è corso al clima che si respira da tempo nell’Unione Europea, agitata dalle tensioni con la Germania di oggi, nel contesto del rigore finanziario imposto ossessivamente dalla Merkel.

Il difficile accordo all’ ONU sulla Siria

Sono trascorsi ormai dieci mesi da quando sono iniziate in Siria le manifestazioni e le proteste contro il regime di Bachar al Assad, e secondo le ultime stime dell’ONU, le vittime sarebbero più di 5.500.

Un’Europa per giovani

Va lenta l’Europa-tartaruga, ma alla fine arriva o, almeno, riprende la direzione giusta e si spera che prima o poi giunga a destinazione. Potrebbe essere questo un primo commento al Consiglio europeo del 30 gennaio a Bruxelles, non ancora una svolta decisa verso il futuro, ma il segnale che il futuro sta tornando all’ordine del giorno sui tavoli delle Istituzioni comunitarie.

Anche in Romania scendono in piazza gli indignados

I movimenti di protesta che continuano a serpeggiare in tutta Europa contro le misure di austerità e le ricadute sociali generate da una profonda crisi finanziaria ed economica sono giunti, non senza una certa sorpresa, anche in Romania.

Vigilia di Consiglio europeo

È stata un’altra settimana densa di avvenimenti, quella vissuta in questi giorni dall’Unione Europea. È cominciata bene, con due positivi risultati elettorali, dentro l’UE e...

Martin Schultz eletto Presidente del Parlamento Europeo

È consuetudine che a metà legislatura del Parlamento Europeo vi sia un cambiamento di Presidenza. Con 387 voti su 670, il socialista Martin Schultz...

L’Ungheria tra le derive nazionaliste e l’appartenenza all’Unione Europea

Sono ormai trascorsi quasi due anni da quando il partito di destra “Fidesz”, con il Primo Ministro Viktor Orbán, ha vinto le elezioni in...

Agenzie di rating e politica

E’ sicuramente un caso che la decisione di declassare l’Italia da parte di Standard & Poors (S&P), influente agenzia americana di “rating”, sia stata...

2012: l’anno di tutti i pericoli

Il 2011 non era finito bene, né in Europa né altrove nel mondo. Dai massacri dei cristiani in Nigeria fino alla repressione sanguinosa dell’opposizione in...

2011 – L’anno delle rivoluzione e degli indignados

Si è chiuso il 2011, anno di grandi cambiamenti sulla scena internazionale e anno emblematico di importanti anniversari che non hanno ancora finito di...

2011: bilancio di un anno difficile

Almeno tre gli anniversari europei che avremmo dovuto festeggiare nel 2011 insieme con quello dei 150 anni dell’Unità  d’Italia. Per l’Europa, l’anniversario della sua nascita, il 18 aprile del 1951 della Comunità  europea del carbone e dell’acciaio (CECA). Quarant’anni dopo, il 9 dicembre 1991, veniva firmato il Trattato di Maastricht, culla della moneta unica, del Patto di stabilità e crescita oggi in discussione e dell’istituzione della cittadinanza europea. Dieci anni fa l’euro entrava nelle tasche dei primi cittadini europei.

Caro Presidente, caro Barack,

come ogni fine anno ci si scambiano gli auguri e si formulano speranze per il nuovo anno. Il 2011 è stato un anno carico di avvenimenti nel mondo, ha aperto nuove prospettive sulla scena internazionale e messo in evidenza nuovi attori. Come tanti altri cittadini, anch’io guardo questo mondo in movimento con gli occhi e la mente sempre puntati su due obbiettivi: il primo è il ritorno alla pace, al dialogo e al rispetto dei diritti fondamentali dell’uomo laddove si combatte e si soffre e il secondo è puntato sulla salute del nostro Pianeta. Come vedi, sono due obbiettivi costantemente alimentati

Lettera alla Cancelliera tedesca

CARA ANGELA, scrivo a te perché da tempo non credo più a Babbo Natale e, mai e poi mai, mi sognerei adesso che tu possa prenderne il posto per regalare qualcosa all’Europa e all’Italia. E non solo perché proprio non mi sembri una che regala alcunché, ma anche perché non di regali abbiamo bisogno ma soltanto che vengano rispettati i patti contratti dal tuo grande Paese con gli altri Stati dell’Unione Europea. E’ una storia vecchia. Senza voler andare più in là  nel tempo, il primo patto il tuo Paese l’ha firmato poco dopo la tragedia della seconda guerra mondiale aderendo, sessant’anni fa, alla Comunità  europea del carbone e dell’acciaio per consolidare una pace da sempre minacciata sulla frontiera del Reno. Quel patto è stato rafforzato prima col Trattato di Roma nel 1957 e poi a Maastricht appena vent’anni fa quando, all’indomani della riunificazione della Germania, il tuo Paese ha fatto la scelta per te dolorosa della rinuncia al «re marco» per un più «democratico euro», intrecciando i nostri rispettivi interessi per rassicurare l’Europa che mai più ci saremo massacrati l’un l’altro e insieme avremo costruito un’Unione più grande. Insieme lo abbiamo fatto, ampliando il tuo e nostro mercato a est e anche un po’ dimenticando di rafforzare la coesione nell’area mediterranea.

Modello sociale europeo

C’era una volta il modello sociale europeo, quello che avrebbe dovuto garantire a tutti livelli minimi di sicurezza sociale, di assistenza in caso di malattia e contrastare le povertà  . Era nato in Gran Bretagna nel corso della rivoluzione industriale attorno alla metà  del 1800 con la creazione di servizi assistenziali e le prime assicurazioni sociali per i lavoratori, all’inizio volontarie e poi divenute obbligatorie. Sarà  poi la Germania di Bismark, verso fine del 1800, a organizzare in modo più strutturato il settore dell’assicurazione sociale, fondando il primo sistema pensionistico ancorato alla vita lavorativa.

Rapporto OCSE sul divario salariale fra ricchi e poveri

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