Attacco a Israele, una guerra annunciata

Ci siamo svegliati la mattina del 7 ottobre con un improvviso e violentissimo attacco da parte di Hamas al cuore di Israele. Un attacco...

Vittorio Emanuele di Savoia chi?

"Andare CONTROMANO è rischioso, ma si vede la gente in faccia"     Come se non bastassero gli auguri di Grillo e Salvini a cercare inutilmente di...

Europa tra pace e guerra

L’Europa ha vissuto 50 anni (1945-1991) in una relativa pace, almeno all’interno dei suoi confini. Una pace relativa perché vissuta nel clima della “guerra fredda”...

Cinque giornate a Cuneo per sostenere l’Unione Europea di domani

In vista dell’imminente Consiglio europeo a Roma, il 25 marzo, per celebrare i 60 anni del Trattato di Roma si terranno a Cuneo, dal 18 al 23...

Forte caos globale, deboli leader locali

Ci sono stagioni nella storia del mondo segnate da forti turbolenze senza che all’orizzonte si intraveda chi potrebbe governarle e ridurne gli effetti negativi. E’ probabile che la nostra sia una di quelle stagioni, nelle quali fanno difetto grandi leader capaci di rispondere alle sfide del momento. Sembrava confermarlo, almeno in parte, il tavolo che al Vertice NATO di Varsavia riuniva i leader dei 28 Paesi membri dell’Alleanza Atlantica, praticamente di tutto il mondo occidentale.

Marcinelle, 60 anni fa

Era l’8 agosto 1956. Alle nove del mattino, appena iniziato un nuovo turno di lavoro, l’ululo di una sirena avverte che, nelle viscere della miniera del Bois du Cazier, stava succedendo qualcosa di grave. Era appena iniziata infatti un’immane tragedia, senza precedenti nella storia delle miniere del Belgio. A causa di un errore umano, era scoppiato un incendio in uno dei pozzi a circa mille metri di profondità, causando 262 vittime di varie nazionalità: fra queste 136 erano vittime italiane.

“L’Europa che fu. Fine di un ciclo” di Pietro Rossi

Pietro Rossi, storico della filosofia, ha studiato in particolare lo storicismo tedesco e i problemi metodologici della storiografia e delle scienze sociali.

E nemmeno il 2016 ha portato la pace.

Anche il 2016 è agli sgoccioli e, purtroppo, termina nel sangue: l’attentato terroristico di Berlino che ha fatto 12 morti e una cinquantina di feriti e l’assassinio dell’ambasciatore russo ad Ankara. Due avvenimenti che si inseriscono nella cupa attualità dei nostri tempi da un po’ di anni a questa parte, un’attualità già conosciuta e vissuta, ripetuta nel 2016 e fatta di guerre, di terrorismo, di instabilità, di migrazioni dolorose, di fallimenti diplomatici, di nuove e pericolose ideologie politiche e religiose.

Con chi si lega la Lega nell’Unione Europea?

La Lega è risultata nelle ultime elezioni nazionali il primo partito e come tale è presente nella larga maggioranza che sostiene variamente il governo...

DESI – Digital Economy & Society Index: Italia al 25° posto

Evoluzione digitale e innovazione rappresentano un’imperdibile opportunità per la ripresa economica e la competitività del nostro paese. La strada da percorrere è chiara ma...

Tempo di muri nel mondo e in Europa

Nel 1989 ci eravamo rallegrati (quasi) tutti per la caduta del Muro di Berlino: era stato costruito una trentina di anni prima, nel 1961, a segnare la divisione della Germania avvenuta nel 1949. Nel mondo degli ultimi cinquant’anni quello di Berlino non era il solo muro. Per citare solo i principali, è di metà degli anni ’70 il muro che divide la Corea del Nord da quella del Sud, del 2002 quello tra Israele e Palestina e del 2006 quello tra Stati Uniti e Messico ed è in costruzione il muro di 4mila km destinato a sigillare i confini tra l’India e il Bangladesh.

Non c’è pace nemmeno alle frontiere orientali dell’Europa

Un breve viaggio, quest’estate, in Georgia è stato occasione per intuire quanto fermento politico sia in corso alle frontiere orientali dell’Europa, e in particolar...

Votare per l’Italia, in Europa

Sarà banale ripeterlo, ma non dovrebbe sfuggire che con il #voto del 4 marzo voteremo non solo per l’Italia, ma anche per l’Europa e dall’esito del nostro voto capiremo meglio quanta #Italia ci sarà (ancora) in #Europa e quanta e quale Europa ci sarà per l’Italia nei prossimi anni. #editoriale #elezioni

Fratelli tutti #3 – Senza fraternità, cosa resta di libertà e uguaglianza?

Apice è lieta di presentare il terzo approfondimento del ciclo dedicato all'enciclica di Papa Francesco "Fratelli tutti", pubblicata il 4 ottobre scorso. Quattro commentatori...

21 marzo – Giornata internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale

Si celebra oggi, domenica 21 marzo, la Giornata internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale.  La Giornata venne istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 26...

L’Italia per il rilancio dell’Unione Europea

È della settimana scorsa la notizia che il ministro degli Esteri italiano, Paolo Gentiloni, ha inviato una lettera ai suoi colleghi di Germania, Francia, Belgio, Olanda e Lussemburgo per invitarli a Roma e cercare insieme le condizioni per un rilancio dell’Unione Europea. Come spesso accade in politica, i tempi scelti per questo genere di iniziative non sono casuali: da una parte fanno eco a eventi analoghi del passato e cercano di tenere conto di opportunità e rischi del presente.

Invito alla lettura: “L’agonia dell’Europa”

"Mentre abbiamo vissuto dentro l'Europa, su di essa, non ci siamo mai sentiti abbracciati da quest'unità, da essa protetti, poiché eravamo impegnati in lotte particolari, in aspirazioni superficiali perché basate sull'unità impercettibile".

Educazione e integrazione dei migranti: uno studio di esperti UE

È stato recentemente pubblicato un Rapporto curato dalla rete europea di esperti in Economia dell’educazione (European, Expert Network on Economics of Education) dedicato alla valutazione dei legami tra il successo educativo e l’integrazione economica. Pur in un quadro di forte eterogeneità a gli tati membri, emerge con chiarezza che ovunque i migranti hanno risultati e livelli educativi leggermente più bassi dei loro pari età “nativi”.

Burkini: il tormentone dell’estate

Con tutti i drammi che vive il mondo, e vicino a noi il Medioriente, ci voleva proprio una gran dose di buontempo o di...

Juncker e l’Europa della buona volontà

Doveva parlare dello “stato dell’Unione” il presidente della Commissione UE, Jean-Claude Juncker, davanti al Parlamento europeo la settimana scorsa a Strasburgo. Il meno che si possa dire è che ne ha parlato con franchezza, denunciando ripetutamente che «Non c’è abbastanza Europa in questa Unione e non c’è abbastanza Unione in questa Europa». Più chiaro di così era difficile.

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