Birmania: l’Europarlamento chiede sanzioni contro il regime

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Diritti umani calpestati, oltre 1800 prigionieri politici e un regime opprimente: questa la situazione della Birmania in vista del referendum sulla Costituzione voluto dalla giunta militare per il 10 maggio prossimo, appuntamento bandito ai 400.000 monaci buddisti che nel 2007 si erano ribellati alla dittatura militare.
Nel corso di una discussione, il Parlamento europeo ha chiesto l’applicazione di sanzioni mirate contro il regime birmano, sottolineando perಠla necessità   di non colpire ulteriormente un Paese già   fortemente provato dalla povertà  . L’Europarlamento ritiene necessario un maggiore sostegno alla leader dell’opposizione politica Aun San Suu Kyi e una «strategia coerente» dell’UE, anche nelle relazioni con i Paesi vicini quali India e Cina per influenzare il governo birmano.
La Costituzione, definita dai militari «cammino verso la democrazia», prevede che il 25% dei seggi del Parlamento birmano sia riservato alle cariche militari, mentre le proposte dell’ONU per incoraggiare una transizione democratica nel Paese sono state scartate dal regime militare.
Il Parlamento europeo ha quindi proposto di coinvolgere anche le aziende, per un’azione sul campo basata sulla responsabilità   sociale dell’impresa, e di considerare l’opzione di un’inchiesta per far luce sulle violazioni dei diritti dell’uomo, fino a ipotizzare un coinvolgimento della Corte internazionale di giustizia.

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