Nuovo allarme inflazione dalla BCE

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La Banca Centrale Europea (BCE), nel suo bollettino mensile di febbraio, lascia per ora invariati i tassi di interesse ma rivede al ribasso le stime di crescita economica e lancia un allarme sui rischi di inflazione.
«L’ancoraggio delle aspettative di inflazione a medio e lungo termine su livelli in linea con la stabilità   dei prezzi» riveste la massima priorità   per il Consiglio direttivo della BCE, secondo cui le attuali pressioni al rialzo sull’inflazione «non si devono propagare al medio termine» e, per questo, ribadisce il suo impegno a «prevenire effetti di secondo impatto e il concretizzarsi di rischi al rialzo per la stabilità   dei prezzi nel medio periodo».
La stima di Eurostat indica per gennaio 2008 un tasso di inflazione misurato sullo IAPC del 3,2% sui dodici mesi rispetto al 3,1% di dicembre 2007, osserva la BCE secondo cui «ciಠconferma il perdurare di forti pressioni al rialzo sull’inflazione nel breve periodo, riconducibili principalmente ai forti rincari delle materie prime, in particolare del petrolio e dei beni alimentari, registrati negli ultimi mesi». Le previsioni sull’inflazione sono quindi rialzate e portate al 2,5% per il 2008, cioè 0,5 punti percentuali al di sopra della precedente indagine.
Al contrario, sono state riviste al ribasso le stime di crescita economica sia per l’anno in corso (-0,3%) sia per il 2009 (-0,2%), così che secondo la BCE l’economia della zona euro crescerà   dell’1,8% nel 2008 e del 2% nel 2009. L’incertezza riguardo alle prospettive di crescita, rileva la BCE, è infatti «insolitamente elevata» e i principali rischi sono connessi alla possibilità   che gli andamenti dei mercati finanziari abbiano ricadute più estese del previsto sulle condizioni di finanziamento e sul clima di fiducia, esercitando effetti negativi sulla crescita a livello mondiale e dell’area dell’euro. Ulteriori rischi al ribasso, osserva la BCE, derivano da potenziali nuovi rincari del petrolio e di altre materie prime, dai timori di spinte protezionistiche e da eventuali andamenti disordinati legati agli squilibri mondiali.
In questo clima di incertezza, dunque, secondo la BCE è necessario che tutte le parti coinvolte «mostrino senso di responsabilità  » e che siano evitati «effetti di secondo impatto sul processo di formazione dei salari» e dei prezzi connessi agli attuali tassi di inflazione. In secondo luogo, «occorre evitare un allentamento discrezionale della politica di bilancio nei Paesi dell’UE», soprattutto nei Paesi che presentano squilibri di bilancio e che sono invece sollecitati a compiere ulteriori progressi sulla via del risanamento, in linea con il Patto di stabilità   e crescita.

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