Incontro interparlamentare sulla Strategia di Lisbona

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Riduzione della burocrazia, investimenti in istruzione e formazione, circolazione della conoscenza e sostegno alla piccole e medie imprese sono alcune delle proposte emerse durante il quarto incontro interparlamentare sulla Strategia di Lisbona svoltosi a Bruxelles.
Il dibattito ha riunito deputati europei e deputati dei Parlamenti nazionali che, sulla base delle relazioni di tre specifici gruppi di lavoro, hanno fatto il punto sulla strategia europea per la crescita e l’occupazione in vista del Consiglio europeo di primavera, che come ogni anno sarà   dedicato soprattutto a tali questioni.
Secondo il presidente della Commissione europea Josà© Manuel Barroso, intervenuto al dibattito, la sfida più importante è di «assicurare che la Strategia di Lisbona non si trasformi in un altro esercizio burocratico». Per questo, Barroso ha ricordato che nella sua Relazione strategica la Commissione ha proposto azioni mirate a «promuovere le prestazioni delle piccole e medie imprese, che creano nove posti di lavoro su dieci», la riduzione del numero di studenti che abbandonano prematuramente la scuola, una nuova generazione di iniziative per la ricerca, la promozione dell’utilizzo più veloce di Internet e il miglioramento dell’efficienza energetica.
La relazione del gruppo sul mercato del lavoro ha sottolineato la necessità   «di investire maggiormente nelle risorse umane». Secondo i parlamentari, al fine di evitare le conseguenze negative del decremento demografico sul mercato del lavoro, è necessario «bloccare i circa sei milioni di persone che abbandonano la scuola prematuramente» e coinvolgere maggiormente nel mercato del lavoro le persone con handicap, così come resta molto da fare per contrastare la disoccupazione giovanile, che riguarda quasi il 40% del totale di disoccupati, e per i 25 milioni di lavoratori a basso reddito.
Dal gruppo di lavoro sull’attuazione della Strategia è invece stata avanzata la proposta di attuare la «quinta libertà  » dell’UE, cioè la libertà   di circolazione della conoscenza, un’area aperta di ricerca comune che comprenda l’Istituto europeo di innovazione e tecnologia. Secondo i deputati europei, anche la politica energetica comune dovrebbe prevedere incentivi per la ricerca e lo sviluppo di nuove tecnologie, così da trasformare l’Europa in un modello mondiale nella lotta contro il riscaldamento globale.

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