Spiragli verso una maggiore integrazione europea nel settore della difesa?

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Il 5 marzo scorso, la Commissione europea e l’Alto Rappresentante hanno presentato la prima Strategia Industriale Europea nel settore della Difesa (EDIS).

“La brutale guerra di aggressione della Russia nei confronti dell’Ucraina ha riportato la guerra ad alta intensità in Europa. Dopo decenni di insufficienti stanziamenti, dobbiamo investire di più nella difesa, ma dobbiamo farlo meglio e insieme”. Sono queste le parole pronunciate da Josep Borrell, Alto Rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza e vicepresidente della Commissione europea, alla presentazione dell’EDIS e del Programma Europeo per l’Industria della Difesa (EDIP).

La parola chiave è “prontezza”, sapientemente utilizzata al posto del sicuramente più incisivo, ma, altresì divisivo concetto di “autonomia strategia”. Prontezza o capacità europea di agire militarmente con adeguato supporto industriale per proteggere la propria sicurezza ed i propri interessi. Per raggiungere questo obiettivo, sono stati stanziati 1,5 miliardi di euro per il triennio 2025-2027 nel quadro dell’EDIP, che permetteranno di finanziare un approvvigionamento cooperativo tra gli stati membri, attraverso l’acquisto congiunto di sistemi d’arma con bilancio comunitario. Tutto ciò sarà possibile grazie all’implementazione di nuove misure concrete, come l’esenzione IVA per i prodotti acquistati congiuntamente e il mutuo riconoscimento delle certificazioni nazionali. Inoltre, la strategia cerca di porsi in modo sinergico con le varie iniziative europee già attive, come il Fondo Europeo della Difesa (EDF) e la Cooperazione Strutturata Permanente (PESCO).

In conclusione, sebbene non si faccia minimamente riferimento alla costituzione di un esercito europeo e rimangano da definire nero su bianco i rapporti con la NATO, questa strategia rappresenta un passo in avanti verso la, ancora lontana, realizzazione di una politica di difesa comune che porti alla necessaria autonomia strategica europea.

Per maggiori informazioni: il comunicato della Commissione

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