Occupazione: decimo anniversario della Strategia europea

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Nel 1997 l’Unione europea lanciava una strategia per definire obiettivi comuni nella creazione di nuovi e migliori posti di lavoro. Una politica che ha aumentato il tasso di occupazione di quattro punti percentuali e che oggi è alle prese con il complesso dibattito sulla flexicurity.
L’European Employment Strategy (EES) fu avviata dal Consiglio europeo svoltosi in Lussemburgo nel novembre 1997, data l’allora situazione del mercato del lavoro europeo caratterizzato da elevata e diffusa disoccupazione. L’idea di fondo era di coordinare le politiche dell’occupazione a livello europeo, indicando obiettivi e priorità   condivisi da tutti gli Stati membri dell’UE.
Il coordinamento avviene su base annua, attraverso l’analisi dei piani nazionali per l’occupazione presentati dagli Stati membri, e costituisce la parte dedicata al lavoro nell’ambito della più ampia Strategia europea per la crescita e l’occupazione (nota come Strategia di Lisbona).
I principali risultati ottenuti in dieci anni sono stati: l’incremento del tasso di occupazione complessivo dal 60,7% al 64,3%; l’aumento del tasso di occupazione femminile dal 51,8% al 57,1%; la crescita del tasso di occupazione dei lavoratori più anziani (55-64 anni) dal 35,7% al 43,5%; la riduzione del tasso di disoccupazione di lunga durata dal 5% al 3,6%. Inoltre, la EES è diventata un punto di riferimento e un modello per il coordinamento europeo di politiche in altri campi d’azione, quali la protezione sociale e la formazione/istruzione.
L’obiettivo primario della EES, quello di creare un maggior numero di posti di lavoro e di miglior qualità  , negli ultimi mesi è strettamente legato alla delicata questione della flexicurity, cioè la necessità   di creare contemporaneamente più flessibilità   nel mercato del lavoro e maggior sicurezza per i lavoratori. Un dibattito acceso, che vede i sindacati europei e in parte l’Europarlamento su posizioni critiche rispetto all’approccio proposto dalla Commissione europea, e per il quale si attendono le decisioni del prossimo Consiglio europeo che dovrebbe adottare le linee comuni in materia di flexicurity.

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