Primo bilancio della nuova politica per le Pmi

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La Commissione europea ha pubblicato una valutazione intermedia della nuova politica a favore delle piccole e medie imprese (Pmi), da cui emerge una situazione in miglioramento per un settore che costituisce la prima fonte di occupazione nell’UE.
La comunicazione traccia un bilancio dei progressi compiuti dal 2005 ad oggi nei cinque settori chiave della politica per le Pmi: riduzione delle formalità   burocratiche, miglioramento dell’accesso al mercato, promozione dell’imprenditorialità   e delle competenze, miglioramento del potenziale di crescita e rafforzamento del dialogo con le parti interessate.
Secondo la Commissione, avviare una nuova impresa è costato in media 554 euro nel 2007 contro gli 813 euro occorrenti nel 2002, mentre le formalità   amministrative per l’iscrizione nel registro delle imprese non durano più di 12 giorni, esattamente la metà   rispetto ai 24 giorni necessari nel 2002. Questo almeno nei 15 «vecchi» Stati membri dell’UE.
La nuova politica per le Pmi è stata avviata nel 2005 e in questi due anni le Pmi sono state il fattore principale di crescita e occupazione nell’UE, in particolare nel settore edile, dei trasporti, della comunicazione e del turismo. La Commissione europea ha raccolto e diffuso oltre 250 buone pratiche degli Stati membri, mentre l’attenzione per le Pmi è cresciuta nei principali programmi di finanziamento comunitari per il periodo 2007-2013. Una parte significativa dei Fondi strutturali sarà   utilizzata per sostenere l’avvio e la crescita delle piccole e medie imprese, e in particolare per migliorare la loro capacità   d’innovazione e gli investimenti nella ricerca e nello sviluppo tecnologico e nelle competenze. Oltre un miliardo di euro è stato stanziato per gli strumenti finanziari nell’ambito del programma quadro per l’innovazione e la competitività  .
In una nuova comunicazione, la Commissione invita inoltre gli Stati membri dell’UE a impegnarsi per ridurre la riprovazione sociale connessa al fallimento di un’impresa e a sostenere una «politica della seconda possibilità  » che, secondo la Commissione, puಠessere benefica per l’economia europea. Su questa linea l’esecutivo europeo sta lanciando un nuovo sito web, che contiene le testimonianze degli imprenditori che hanno ricominciato da capo, strumenti di auto-valutazione per imprese in difficoltà  , i dati dei punti di contatto nazionali che possono fornire consulenza, nonchà© materiale informativo (opuscoli, manifesti e documentari), statistiche, citazioni e uno sguardo d’insieme al diritto fallimentare in vigore negli Stati membri.

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