Nasce tra le proteste serbe l’esercito del Kosovo

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àˆ diventata operativa la nuova Forza di sicurezza del Kosovo (KSF), con 2500 uomini e 800 riservisti primo nucleo di Forze armate dell’autoproclamato nuovo Stato balcanico nato un anno fa (il 17 febbraio 2008), ma le autorità   della Serbia hanno prontamente dichiarato la loro ferma opposizione.
La KSF, una Forza multietnica addestrata dalla NATO e dotata di armi leggere, prende il posto della Forza di protezione kosovara, la quale era composta in gran parte da ex guerriglieri indipendentisti dell’Esercito di liberazione del Kosovo (UCK) che combatterono contro l’esercito serbo alla fine degli anni Novanta. Ma la continuità   è inevitabile, tanto che il comandante della KSF, il generale Suleiman Selimi, era uno dei leader dell’UCK.
Anche per questo, cioè per non riconoscere un ruolo istituzionale agli ex indipendentisti, le autorità   della Serbia si oppongono fermamente alla KSF: «Protesteremo in modo deciso e continueremo a protestare in ogni modo e servendoci di tutti i mezzi diplomatici che uno Stato sovrano indipendente ha a disposizione» ha dichiarato il ministro degli Esteri, Vuk Jeremic, sottolineando che il governo di Belgrado è «fermamente contrario a questo processo di consolidamento di un’organizzazione paramilitare». La Serbia considera infatti la KSF il primo nucleo di un vero e proprio esercito di uno Stato che non riconosce, dunque illegale, nonchà© una «violazione delle delibere del Consiglio di Sicurezza dell’ONU» ha aggiunto Jeremic, secondo il quale la KSF non è altro che «una Forza illegale e paramilitare che rappresenta una minaccia diretta alla sicurezza nazionale, alla pace e stabilità   dell’intera regione».

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