Immigrazione e direttiva «Blue Card»

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Esponenti istituzionali, esperti e rappresentanti sindacali hanno discusso mercoledì in occasione di un’audizione della Commissione per le libertà   civili della proposta di direttiva «Blue Card», destinata a supplire alla penuria di manodopera in alcuni settori economici, attirando lavoratori altamente qualificati da Paesi non europei.
Si è parlato di quali potranno essere i criteri di attribuzione della Carta e le conseguenze per i Paesi non europei, non ultimo il rischio di discriminazione e di «fuga di cervelli».
Secondo Ewa Klamt (PPE-DE, DE), che si sta occupando del Rapporto del Parlamento, «la problematica è la seguente: l’Unione non è considerata una meta attrattiva per la manodopera dei Paesi terzi». Uno dei motivi sta nella presenza nell’Unione di «27 sistemi di ammissione diversi che sono poco chiari e che non permettono ai lavoratori di spostarsi liberamente nell’Unione e limitano le possibilità   di ricongiungimento familiare». Vista la situazione, aggiunge Klamt, «bisogna muoversi velocemente» creando procedure più semplici, condizioni di permanenza più favorevoli e facilitando i ricongiungimenti famigliari.
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