Gli Accordi di Schengen compiono 25 anni

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Venticinque anni fa, il 14 giugno 1985, veniva siglato da Belgio, Germania, Francia, Lussemburgo e Paesi Bassi l’Accordo di Schengen, che prevedeva una graduale abolizione dei controlli alle frontiere comuni.
L’accordo, e la successiva Convenzione adottata nel 1990 per la sua attuazione, ha infatti permesso di abolire i controlli sistematici alle frontiere tra i Paesi, consentendo la libera circolazione delle persone. Con l’entrata in vigore del Trattato di Amsterdam, nel 1999, la cooperazione di Schengen è stata integrata nel quadro giuridico dell’UE, mentre dal 1997 con l’adesione di Italia e Austria l’area Schengen si è via via estesa fino a comprendere ormai quasi tutti i Paesi dell’UE più alcuni Paesi non membri dell’UE.
La libera circolazione è oggi garantita su un territorio che comprende 42.673 chilometri di mare e 7721 chilometri di frontiere terrestri, che riguarda circa 400 milioni di cittadini appartenenti a 25 Paesi: Austria, Belgio, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Ungheria, Stati membri dell’UE, più tre Paesi associati non UE quali Norvegia, Islanda e Svizzera.
Abolendo i controlli alle frontiere interne, gli Accordi di Schengen hanno introdotto regole comuni in materia di controlli alle frontiere esterne, una politica comune dei visti, la cooperazione giudiziaria e di polizia e la creazione del Sistema di Informazione Schengen (SIS, per la raccolta e lo scambio di dati), oltre a indirizzare la cooperazione dell’area che ha portato alla creazione di agenzie europee quali Europol, Eurojust e Frontex.

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