Il Parlamento europeo ha affrontato la questione dell’aumento su scala globale dei prezzi dei generi alimentari, sottolineando le implicazioni negative a livello di cambiamento climatico e riduzione dell’offerta, soprattutto rispetto ai Paesi più poveri del pianeta.
I biocarburanti e le speculazioni finanziarie sono stati evocati come causa dell’attuale crisi. Sulla necessità di una riforma agricola a livello europeo, il gruppo dei popolari e democratici europei (PPE-DE) ha sostenuto che «solo una soluzione globale potrà funzionare». Rispetto alla crisi finanziaria, il gruppo socialista (PSE) ha ammonito l’Aula a non permettere che il sistema finanziario «contribuisca alla fame» nel mondo, mentre il gruppo dell’alleanza dei democratici e liberali (ALDE) ha suggerito di «mettere fine al protezionismo in campo agricolo e alle restrizioni delle esportazioni, piuttosto che utilizzare come scusa i biofuel».
A tale proposito, il gruppo dei verdi ha criticato il dumping praticato dalle industrie alimentari europee ai danni dei mercati dei Paesi in via di sviluppo: «Gli agrifuel non rappresentano la panacea, ma dobbiamo far sì che i rifiuti siano convertibili in energia». Il gruppo della sinistra unitaria (GUE/NGL) ha invece accolto favorevolmente la proposta delle Nazioni Unite di una moratoria di cinque anni sull’utilizzo dei biocarburanti.
Concludendo gli interventi, il commissario europeo per lo Sviluppo e gli Aiuti umanitari, Louis Michel, ha messo in guardia da possibili «destabilizzazioni economiche, politiche e sociali», sottolineando la necessità di un’azione umanitaria coadiuvata da misure strutturali.
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