UE preoccupata per l’Italia

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Mentre nell’aula del Senato italiano stava per verificarsi la caduta del governo, il commissario europeo per gli Affari economici e monetari Joaquin Almunia ammoniva l’Italia per il rischio di «deterioramento sostanziale» dei conti pubblici nel corso del 2008.
Nel Rapporto sul Programma di stabilità   italiano 2007-2011 che sarà   presentato nei prossimi giorni, infatti, nonostante i «positivi risultati» del 2007 si afferma che il pareggio di bilancio non sarà   raggiungibile nel 2010, come indicato dall’Eurogruppo nei mesi scorsi, e forse neanche nel 2011 come previsto nel suo Programma di stabilità  . Un debito pubblico oltre il 100% e la debolezza dei conti rendono l’Italia vulnerabile ad aumenti dei tassi di interesse, sostiene Almunia, che a margine del World Economic Forum di Davos non ha nascosto le preoccupazioni europee anche per la situazione politica italiana.
«L’andamento dell’aggiustamento verso l’obiettivo di medio termine considerato nel Programma di stabilità   è inadeguato – osserva la Commissione europea – e dovrebbe essere rafforzato per portarlo in linea con il Patto di stabilità   e crescita» dell’UE, che prevede una correzione strutturale del deficit dello 0,5% l’anno.
Il debito pubblico elevato e la debolezza dei conti italiani, secondo la Commissione «impediscono un uso più produttivo delle risorse e limitano la capacità   della politica di bilancio di attivare efficacemente gli stabilizzatori automatici» per attenuare le conseguenze dell’attuale crisi dei mercati finanziari.
Osservazioni che giungevano dalle istituzioni europee quando ancora l’Italia aveva un governo, che si era caratterizzato soprattutto per una politica economica rigorosa.

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