Turchia: aspettative europee per il nuovo presidente

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Le istituzioni dell’UE hanno espresso le congratulazioni al nuovo presidente della Turchia Abdullah Gul, esponente di spicco del partito islamico Akp (come il premier Tayyip Erdogan) insediatosi il 28 agosto come undicesimo presidente della Repubblica laica turca.
Alla cerimonia di giuramento del neo-presidente non hanno perಠsignificativamente partecipato i capi militari turchi che nella scorsa primavera avevano guidato l’opposizione laica all’elezione di Gul, cosa che lascia trasparire le non poche difficoltà   istituzionali che la nuova presidenza dovrà   affrontare dato che secondo la Costituzione turca il presidente rappresenta «il Supremo comando militare delle forze armate turche per conto del Parlamento». Va inoltre ricordato che Gul è stato eletto con i soli voti del suo partito, capitalizzando così la vittoria elettorale ottenuta lo scorso 22 luglio ma con una rappresentanza popolare non maggioritaria (l’esito elettorale era stato del 46,5% a favore dell’Akp).
In ogni caso Gul è il nuovo presidente di un Paese con cui l’UE dovrà   rapportarsi nei prossimi mesi e anni nell’ambito del processo di adesione, per questo le istituzioni europee chiedono di non sprecare l’opportunità   di «dare un impeto nuovo e immediato» a tale processo realizzando le riforme necessarie. Il presidente della Commissione europea, Josà© Manuel Barroso, si è detto certo che Gul «ricoprirà   il suo incarico con un grande senso del dovere e di impegno nei confronti del suo Paese e dei suoi concittadini». Secondo il Partito popolare europeo (Ppe) il nuovo presidente rappresenta «una grande risorsa per la Turchia e per la prosecuzione del suo cammino europeo», posizione condivisa dai liberali europei (Alde) che lo considerano «l’uomo giusto al posto giusto»; moderatamente positivi anche i socialisti europei (Pse) che osservano come «la sua elezione è il risultato di un processo totalmente democratico, che deve essere rispettato da tutti, incluse le forze armate» e sottolineano che «i timori secondo i quali Gul sosterrebbe l’islamizzazione della Turchia sono esagerati».
Le istituzioni e le forze politiche europee si aspettano dunque che il neo-presidente turco garantisca la laicità   dello Stato e contribuisca al rilancio dei negoziati di adesione che, al momento, vedono avviati solo quattro capitoli mentre otto dei 35 capitoli totali sono sospesi causa il rifiuto delle autorità   di Ankara di aprire i porti a Cipro.

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