Migranti: le deportazioni del Regno Unito in Ruanda

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È diventato realtà, il 22 aprile scorso, il piano di “trasferire” in Ruanda i richiedenti asilo che arrivano nel Regno Unito senza documenti. Si tratta di migranti  che attraversano la Manica su quei fragili e pericolosi barchini di fortuna, i quali, in attesa di una verifica e di una presa in carico della loro richiesta d’asilo, saranno spediti nelle mani del Presidente ruandese Paul Kagame. 

Il piano e l’accordo firmati tra il Regno Unito e il Ruanda rappresentavano una delle priorità del Governo conservatore di Rishi Sunak già nel 2022 e sono diventati cavalli di battaglia per fermare le migrazioni e servire da deterrente alle partenze dei migranti. L’accordo è stato a  lungo oggetto di polemiche e controversie perché considerato da molti inattuabile o illegale, a partire dalla sentenza della Corte suprema britannica del novembre scorso, secondo cui “ l’accordo viola la legge internazionale e viene stipulato con un Paese, il Ruanda, che non puo’ essere considerato un Paese terzo sicuro”,  fino alla Corte europea per i diritti dell’uomo per potenziali violazioni dei diritti dell’uomo.

Non solo, ma anche l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, Filippo Grandi, all’indomani dell’adozione del testo da parte del Parlamento britannico, ha dichiarato :”La nuova legislazione segna un ulteriore passo indietro rispetto alla lunga tradizione del Regno Unito di fornire rifugio a chi  ne ha bisogno, in violazione della Convenzione sui rifugiati. (…). La protezione dei rifugiati richiede che tutti i Paesi – non solo quelli confinanti con le zone di crisi – rispettino i loro obblighi. Questo accordo cerca di trasferire la responsabilità della protezione dei rifugiati, minando la cooperazione internazionale e creando un precedente a livello globale”.

Parole e sentenze pesanti, che non hanno impressionato il premier britannico, deciso ad andare avanti su questa strada e ad affrontare le elezioni legislative che dovrebbero tenersi entro la fine di quest’anno.

Le cifre degli sbarchi di migranti che attraversano la Manica, parlano di circa 35.000 persone nel 2023. La legge appena adottata prevede che i richiedenti asilo che sono entrati illegalmente nel Regno Unito dopo il primo gennaio 2022 e provenienti da un Paese sicuro come la Francia, potrebbero essere inviati in Ruanda. Le loro richieste d’asilo saranno valutate dal Ruanda stesso e non dal Regno Unito. Se le loro richieste saranno accolte, potranno ottenere lo statuto di rifugiato e rimanere in Ruanda. In caso contrario, potranno richiedere di rimanere, per altre ragioni, nel Paese o fare nuovamente richiesta d’asilo in un altro “Paese terzo sicuro”. In nessun caso i richiedenti asilo potranno ritornare nel Regno Unito.

Una legge che non lascia spazio a molti commenti per la sua totale chiusura ai temi dell’accoglienza, del rispetto delle Convenzioni e del diritto internazionale, al rispetto dei diritti dell’uomo. È purtroppo una legge che riflette una tendenza in corso e ricorda quell’accordo siglato, sempre con il Ruanda, dalla Danimarca nel 2021.

Riporta inoltre sotto i riflettori le posizioni politiche dell’Unione Europea e di alcuni Stati membri tendenti ad affidare a Paesi terzi il controllo delle frontiere, con lo scopo principale di fermare i flussi migratori e chiudere le porte ai richiedenti asilo. Una politica non solo miope e di corto respiro ma soprattutto una politica che contraddice valori fondanti della stessa Unione Europea.

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