Pensioni: azione legale contro l’Italia per discriminazione

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La Commissione Europea ha deciso di intraprende un’azione legale contro l’Italia perchà© il Paese non si è adeguato a una sentenza della Corte di Giustizia Europea relativa alle differenze di genere nell’età   pensionistica dei funzionari pubblici.
Il 13 novembre 2008, infatti, una sentenza della Corte di Giustizia aveva stabilito che le disposizioni italiane violano il principio della parità   retributiva per gli uomini e le donne, dal momento che i funzionari pubblici italiani hanno diritto a ricevere la pensione di vecchiaia a età   diverse a seconda se siano uomini o donne: l’età   generale della pensione per gli uomini è fissata a 65 e per le donne a 60 anni. Secondo la Corte, tale regime è discriminatorio e contrario all’articolo 141 del trattato CE sul principio della parità   di retribuzione tra lavoratori di sesso maschile e quelli di sesso femminile poichà© una pensione da lavoro versata da un datore di lavoro a un ex dipendente costituisce una retribuzione ai sensi dell’articolo 141.
Nel febbraio 2007 la Commissione Europea aveva già   avviato un procedimento contro l’Italia e ora, di fronte al non adeguamento italiano alla sentenza della Corte di Giustizia, ha deciso l’invio di una «lettera di costituzione in mora». «La parità   retributiva per le donne e gli uomini è un principio di base dell’UE, ma più di sette mesi dopo che la Corte di Giustizia si è pronunciata tacciando di discriminatorio il regime pensionistico dei funzionari pubblici italiani le autorità   italiane non hanno ancora agito» ha spiegato il commissario europeo responsabile per le Pari opportunità  , Vladimà ­r àƒâ€¦à‚ pidla, secondo il quale «l’Italia deve adeguare la sua legislazione alla sentenza della Corte nei tempi più brevi possibili altrimenti rischia un’ulteriore azione legale».
Sempre in materia di pensioni, pochi giorni prima un Rapporto dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) aveva individuato nell’Italia il Paese membro con il più alto livello di spesa pensionistica, pari al 14% del PIL, spesa che assorbe circa un terzo delle uscite statali complessive, ovvero quasi il doppio rispetto alla media degli altri Paesi membri dell’Organizzazione. Secondo l’OCSE, nel decennio 1995-2005 la spesa previdenziale italiana è aumentata del 23%: solo Giappone, Corea del Sud, Portogallo e Turchia hanno avuto aumenti simili.

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