Le richieste ai G8 contro la povertà  

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Rispettare gli impegni presi per sconfiggere la povertà  , adottare misure efficaci contro i cambiamenti climatici e raggiungere gli Obiettivi di sviluppo del Millennio: queste le principali richieste rivolte dalla Coalizione italiana contro la povertà   ai Paesi del G8, e in particolare al governo italiano presidente di turno.
Costituita da oltre 70 organizzazioni, associazioni, sindacati e movimenti della società   civile italiana e internazionale, la Coalizione Italiana contro la povertà   ha l’obiettivo di «dar voce alle richieste e alle necessità   dei Paesi del Sud del mondo, affinchà© queste istanze siano riconosciute e fatte proprie dall’Unione Europea, dalla comunità   internazionale e dagli 8 Paesi più ricchi del mondo, venendo inserite nei documenti finali redatti dal G8».
In particolare, in vista del Vertice che si terrà   a L’Aquila nei giorni 8-10 luglio prossimi sotto la presidenza italiana, la Coalizione chiede ai G8 di:
– Garantire a tutti l’accesso gratuito alle cure mediche base anche per sconfiggere HIV, tubercolosi e malaria.
– Ripensare le priorità   e le strategie di sviluppo, ripartendo da un modello che possa: restituire dignità   al lavoro; garantire l’accesso ai beni pubblici globali; assicurare il godimento dei diritti umani grazie a governance democratiche, rappresentative e trasparenti; puntare a un modello di sviluppo a bassa intensità   energetica, che valorizzi le risorse e i cicli naturali; aumentare il controllo delle comunità   locali sui propri territori e sulle risorse necessarie per la sussistenza; allargare la partecipazione a tutti i soggetti coinvolti, in particolar modo alle donne, che costituiscono l’elemento essenziale di qualsiasi dinamica di sviluppo.
– Aumentare l’aiuto pubblico allo sviluppo fino a raggiungere lo 0,7% del PIL.
– Finanziare le politiche di adattamento ai cambiamenti climatici nei Paesi più poveri e la riduzione delle emissioni inquinanti.
– Controllare e contrastare la volatilità   dei prezzi dei prodotti di base, eliminare i sussidi all’agricoltura, rinegoziare gli accordi commerciali definendo un sistema aperto, non discriminatorio, a supporto di un modello agro-alimentare sostenibile, rispettoso della biodiversità   e dei mercati locali.
– Coinvolgere i Paesi emergenti e quelli più poveri nella definizione di politiche di sviluppo e includere nei tavoli internazionali i Paesi più poveri dell’Africa, finora quasi sempre esclusi dall’attuale sistema economico e finanziario, rivelatosi fallimentare.

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