Lotta alla povertà  : nuovo accordo di cooperazione UE-ACP

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La Commissione Europea e il gruppo di 79 Paesi dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico (cosiddetti Paesi ACP) hanno concluso nei giorni scorsi la seconda revisione dell’accordo di partenariato di Cotonou, siglato nel 2000 e che rappresenta il più vasto accordo di partenariato tra i Paesi in via di sviluppo e l’UE.
La prima revisione dell’accordo, effettuata nel 2005, aveva preparato il terreno per il quadro finanziario 2007-2013 relativo agli aiuti a favore dello sviluppo. Questa seconda revisione intende invece adattare la cooperazione ACP-UE alle sfide attuali, come il cambiamento climatico, la sicurezza alimentare e l’efficacia degli aiuti, riconoscendo inoltre l’importanza dell’integrazione regionale per assicurare ai Paesi ACP una crescita economica sostenibile.
«Con questo nuovo accordo l’UE e gli Stati ACP si sono dati gli strumenti per combattere la povertà   in modo più efficace e per rafforzare le loro relazioni politiche» ha dichiarato il commissario europeo per lo Sviluppo, Andris Biebalgs.
In particolare, il nuovo accordo evidenzia l’interdipendenza tra sicurezza e sviluppo puntando sulla costruzione della pace e sulla prevenzione dei conflitti: per affrontare le situazioni di fragilità   statale è previsto un approccio che combina diplomazia, sicurezza e cooperazione allo sviluppo. àˆ poi riconosciuta anche la dimensione continentale della cooperazione, così l’Unione Africana diventa parte nella relazione UE-ACP. Per la prima volta è riconosciuta come un punto importante del partenariato UE-ACP la lotta al cambiamento climatico: le parti si impegnano a far sì che la questione del cambiamento climatico abbia maggiore rilievo nell’ambito della cooperazione allo sviluppo, mentre nei Paesi ACP saranno sostenuti gli sforzi per attenuare gli effetti del cambiamento climatico e per agevolare l’adattamento a tali effetti.
Altro elemento di novità   de nuovo accordo è il riconoscimento chiaro del ruolo dei Parlamenti nazionali, delle autorità   locali, della società   civile e del settore privato, così come si cerca di promuovere l’attuazione dei principi internazionali diretti a garantire l’efficacia degli aiuti, a partire dal coordinamento tra i donatori. Al fine di ridurre i costi di transazione l’accordo prevede di «svincolare» gli aiuti europei ai Paesi ACP, cioè di non imporre condizioni quanto all’origine o alle modalità   di fornitura di tali aiuti, mentre per la prima volta è riconosciuto il ruolo di altre politiche dell’UE nella promozione dello sviluppo dei Paesi ACP e l’UE stesa si impegna a migliorare la coerenza di tali politiche.

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