Lavoro: differenze di orario tra vecchi e nuovi Stati membri

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Il monte ore medio settimanale previsto da contratto nell’UE ha continuato a essere di 38,6 ore nel 2007, secondo quanto riportato dall’aggiornamento annuale svolto dall’European Industrial Relations Observatory (EIRO), l’Osservatorio europeo delle relazioni industriali dell’agenzia europea Eurofound.
La Relazione, che ha esaminato gli accordi sull’orario di lavoro posti in essere da contrattazione collettiva, ha inoltre riscontrato che i giorni di ferie spettanti continuano a essere 25,2 in tutta l’UE, mentre il divario degli orari di lavoro resta sostanziale tra vecchi e nuovi Stati membri dell’UE. Nell’UE15, infatti, la media continua a essere come nel 2006 di 37,9 ore, decisamente inferiore a quella di 39,6 ore registrata nei 12 nuovi Stati membri: una differenza di 1,7 ore o del 4,5%.
La Relazione afferma poi che in media l’orario di lavoro regolare previsto da contratto, e che concerne i tre-quarti della forza lavoro in Europa, è rimasto invariato in cinque dei 15 vecchi Stati membri e in Norvegia ed è diminuito meno di un’ora a settimana in altri tre Paesi. Tra il 1999 e il 2007, l’orario di lavoro medio regolare previsto da contratto nei Paesi ex UE15 e in Norvegia ha subito una diminuzione minima, da 38,6 a 37,8, una riduzione del 2,1%. Riduzioni pari o superiori a un ora sono state rilevate in Lussemburgo (1 ora), Regno Unito (1,1 ore), Portogallo (1,2 ore), Svezia (2,5 ore) e, in particolare, in Francia (4 ore), queste ultime imputabili all’intervento legislativo.
In tutta l’UE, i livelli più elevati di ore settimanali effettive lavorate da dipendenti a tempo pieno sono state registrate in Bulgaria, Romania e nel Regno Unito e il più basso in Francia, Italia e Danimarca. Dieci dei 12 nuovi Stati membri riportano un orario di lavoro effettivo superiore alla media dell’UE 27, paragonabile a soli tre dell’UE15.

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