L’Europarlamento contro tutti i totalitarismi

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Auspicando la proclamazione di una Giornata europea del ricordo delle vittime del totalitarismo, l’Europarlamento ha confermato la sua posizione unanime contro ogni potere totalitario, «a prescindere da qualunque ideologia».
Condannando «fermamente e inequivocabilmente» tutti i crimini contro l’umanità   e le massicce violazioni dei diritti umani commessi da tutti i regimi totalitari e autoritari, e rilevando «l’unicità   dell’Olocausto», il Parlamento Europeo ha osservato che in Europa, nel corso del XX secolo, «milioni di persone sono state deportate, incarcerate, torturate e assassinate da regimi totalitari e autoritari». Anche per questo, l’UE «ha una responsabilità   particolare nel promuovere e salvaguardare la democrazia e il rispetto dei diritti umani e dello Stato di diritto, sia all’interno che all’esterno del suo territorio».
Fin dall’inizio, l’integrazione europea «è stata una risposta alle sofferenze inflitte da due guerre mondiali e dalla tirannia nazista, che ha comportato l’Olocausto, e all’espansione dei regimi comunisti totalitari e non democratici nell’Europa centrale e orientale» ha rilevato l’Europarlamento, osservando che il processo di integrazione europea ha avuto successo e «ha ormai portato a un’UE comprendente Paesi dell’Europa centrale e orientale che hanno vissuto sotto regimi comunisti dalla fine della Seconda guerra mondiale ai primi anni Novanta», mentre le precedenti adesioni di Grecia, Spagna e Portogallo, Paesi «oppressi per lungo tempo da regimi fascisti», hanno contribuito a garantire la democrazia nel sud dell’Europa.
Il Parlamento ha quindi invitato la Commissione e gli Stati membri a impegnarsi ulteriormente per rafforzare l’insegnamento della storia europea ed «evidenziare la conquista storica dell’integrazione europea e il forte contrasto tra il tragico passato e l’ordine sociale pacifico e democratico che caratterizza oggi l’UE». Anche perchà©, sottolineano gli eurodeputati, «l’Europa non sarà   unita fino a quando non sarà   in grado di conseguire una visione comune della propria storia, non riconoscerà   il nazismo, lo stalinismo e i regimi fascisti e comunisti come retaggio comune e non avvierà   un dibattito onesto e approfondito sui crimini da essi perpetrati nel secolo scorso».

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