L’Europa contribuisca alla chiusura di Guantà ¡namo

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Organizzazioni per i diritti umani, Consiglio d’Europa, Gruppo socialista al Parlamento europeo sono accomunati dal fatto di aver chiesto ai governi dell’UE di aiutare la nuova Amministrazione statunitense a realizzare la chiusura del centro di detenzione di Guantà ¡namo, dopo l’annuncio dato dal presidente Barack Obama appena insediatosi.
Dei circa 250 detenuti che si trovano attualmente nei campi di detenzione della base militare statunitense di Guantà ¡namo, a Cuba, circa 60 rischierebbero la tortura e la persecuzione se tornassero nel proprio Paese d’origine e almeno uno è apolide, osserva Amnesty International. Gli USA potrebbero decidere di accogliere alcuni di loro nel proprio territorio, ma i restanti detenuti hanno bisogno di protezione umanitaria in altri Paesi dove si troverebbero al sicuro.
Per questo, una coalizione di organizzazioni per i diritti umani costituita da Amnesty International, Center for Constitutional Rights, Human Rights Watch, Federation internationale des ligues droits de l’Homme e Reprieve si è rivolta ai ministri degli Esteri dell’UE chiedendo loro di aiutare l’Amministrazione Obama a chiudere Guantà ¡namo offrendo protezione umanitaria ad alcuni detenuti. Amnesty, ha dichiarato il direttore dell’Ufficio UE dell’organizzazione, Nicolas Beger, «spera che gli Stati membri dell’Unione europea diffondano un messaggio congiunto sulla loro volontà   di contribuire a chiudere Guantà ¡namo e, ancora più importante, che questo sia seguito da azioni concrete per trovare una sistemazione per i detenuti che non possono tornare nei Paesi di origine. Molti dei prigionieri di Guantà ¡namo «sono marchiati da sette anni di detenzione illegale e ora non possono tornare a casa» ha osservato un avvocato dell’organizzazione Reprieve, secondo il quale «l’assistenza dei governi europei puಠimpedire che questo accada di nuovo. Speriamo che l’Europa tenda la mano a queste persone».
Un appello in questo senso è giunto anche dal Consiglio d’Europa, il cui commissario per i diritti umani, Thomas Hammarberg, pur sottolineando come «gli Stati Uniti siano senza dubbio all’origine del problema di Guantà ¡namo ed abbiano quindi la responsabilità   primaria di rimediare alle ingiustizie», esistono «forti argomentazioni» a favore di un contributo europeo alla chiusura del centro di detenzione. A tal fine, ha aggiunto Hammarberg, gli Stati membri del Consiglio d’Europa dovrebbero tenersi pronti ad accogliere diverse persone ancora detenute a Cuba, che non possono rientrare nel loro Paese di origine dove rischiano tortura e persecuzioni. «àˆ allo stesso tempo giusto e indispensabile offrire il nostro aiuto se vogliamo contribuire alla rapida chiusura di Guantà ¡namo» ha detto il commissario del Consiglio d’Europa, richiesta analoga a quella avanzata dal capogruppo dei socialisti all’Europarlamento, Martin Schulz, secondo il quale «i governi dell’UE devono fare la loro parte e accogliere i detenuti di Guantà ¡namo» per contribuire alla decisione del presidente statunitense Obama di chiudere entro l’anno «questo vergognoso centro di detenzione».

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