La Serbia delinea le prospettive di adesione all’UE

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La Serbia intende presentare entro luglio la sua candidatura per l’adesione all’UE, al fine di ottenere lo status di Paese candidato entro la fine dell’anno e avviare i negoziati di adesione nel primo semestre 2010, sotto la presidenza spagnola dell’UE.
Questa l’ipotesi di calendario per il processo di ingresso della Serbia nell’UE delineata dal ministro degli Esteri serbo, Vuk Jeremic, che a Bruxelles ha incontrato la troika europea per discutere le prospettive di adesione serba all’UE, vera e propria «priorità   strategica» per il governo filo-europeista di cui Jeremic fa parte.
Come sottolineato dallo stesso ministro degli Esteri serbo, al momento non c’è un accordo completo tra gli Stati membri dell’UE sull’allargamento alla Serbia, per questo Jeremic sta cercando con i responsabili dell’UE le modalità   per raggiungere una larga intesa. Il problema maggiore giunge dai Paesi Bassi, le cui autorità   si oppongono all’entrata in vigore di accordi preliminari di avvicinamento della Serbia all’UE, quali l’Accordo di stabilizzazione e associazione e l’Accordo transitorio sul commercio, fino a quando Belgrado non arresterà   e consegnerà   al Tribunale Penale internazionale per l’ex Jugoslavia dell’Aia l’ex generale Ratko Mladic, ricercato per i crimini commessi durante la guerra degli anni Novanta. Maggior sintonia invece si rileva con la Spagna, e probabilmente non a caso le autorità   serbe intendono avviare i negoziati di adesione sotto la presidenza di turno spagnola dell’UE all’inizio del 2010: la Spagna, dati i problemi interni relativi alle spinte secessioniste di Paesi Baschi e Catalogna, è infatti uno dei pochi Paesi dell’UE a non aver riconosciuto l’autoproclamata indipendenza del Kosovo e ha più volte sottolineato l’importanza di rispettare i diritti di sovranità   e integrità   territoriale della Serbia.

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