Italia – UE: nuove polemiche sulle emissioni

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Tema del botta e risposta è questa volta il “pacchetto” clima-energia: l’Italia chiede di ridiscutere i tetti di emissione di anidride carbonica (CO2) mentre l’UE nega questa possibilità  , affermando che i «tetti sono già   stati stabiliti e non sono più rinegoziabili».
All’origine del contrasto, una sentenza della Corte di Giustizia Europea che, accogliendo un ricorso di Estonia e Polonia, ha sostenuto che nel definire tali tetti l’organo esecutivo dell’UE era andato oltre i propri poteri, definendo quindi i limiti «non vincolanti».
Immediata la reazione di sorpresa dell’UE, che si concretizza in una dichiarazione secondo cui «la decisione di primo grado della Corte UE crea un caso di incertezza legale».
Al centro della polemica tra Italia e UE una lettera del presidente del Consiglio italiano, Silvio Berlusconi, a Josè Manuel Barroso, presidente della Commissione Europea. All’indomani della succitata sentenza l’Italia avrebbe chiesto di ridiscutere i limiti che comporterebbero un aggravio di costi di circa 550 milioni di euro all’anno.
Il governo italiano sostiene, perà², che quella lettera non contenga una richiesta di rinegoziazione ma la «segnalazione di un problema sul quale è necessario arrivare ad una soluzione condivisa».
In una dichiarazione di Paolo Bonaiuti, portavoce di Berlusconi, si legge che «l’Italia è ovviamente impegnata nella difesa dell’ambiente, ma è altresì chiaro che si tratta di un problema di vitale importanza non solo per lo sviluppo del nostro Paese, ma anche per mantenere eque condizioni di concorrenza all’interno dell’Unione Europea».
Nella polemica è intervenuta anche la ministra per l’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, annunciando un suo prossimo incontro con il commissario europeo all’Ambiente, Stavros Dimas.

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