Iniziati i colloqui Cina-Tibet

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Hanno preso il via a Shenzhen, nel sud della Cina, colloqui tra inviati tibetani del Dalai Lama ed esponenti del governo cinese, i primi contatti diretti dall’inizio della rivolta tibetana (10 marzo) e dalla repressione cinese, che secondo fonti tibetane ha causato circa 200 vittime (22 secondo fonti cinesi) e 5000 arresti.
Colloqui tra inviati del leader politico-religioso tibetano e rappresentanti del governo cinese, sollecitati dalla comunitࠠ internazionale e dalle istituzioni europee, si erano giࠠ svolti in sei riprese tra il 2002 e il 2007, senza perಠil raggiungimento di alcun accordo.
All’incontro di Shenzhen prendono parte per i tibetani i rappresentanti del Dalai Lama in Europa e negli USA (Kelsang Gyaltsen e Lodi Gyari), per il governo cinese due esponenti dell’Ufficio per il Fronte Unito (Zhu Weiqun e Sitar), organismo responsabile dei rapporti con i gruppi non comunisti.
Il Dalai Lama e i suoi collaboratori chiedono una «vera autonomia» per il Tibet, ma sono stati finora accusati dalle autorità   cinesi di puntare in realtà   all’indipendenza della regione.
Durante un’intervista rilasciata a mezzi d’informazione giapponesi in vista della sua prossima visita a Tokyo, il presidente cinese Hu Jintao si è detto comunque «fiducioso» che «attraverso sforzi di entrambe le parti» i colloqui «riescano ad ottenere i risultati desiderati».

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