Balcani: allargamento UE necessario per stabilità  

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Secondo i partecipanti al Forum annuale dell’Europa centrale, in corso a Ohrid in Macedonia, il processo di stabilizzazione e di integrazione euroatlantica non potrà   considerarsi completato fino all’ingresso nell’UE e nella NATO di tutti i Paesi dell’area balcanica.
Al Forum hanno preso parte 17 capi di Stato dei 19 Paesi della regione, molti dei quali ancora in transizione verso la democrazia, la lotta alla corruzione e il superamento dei contrasti interetnici. Il documento finale contiene la posizione comune emersa durante i lavori, cioè che l’allargamento dell’UE all’intera regione dei Balcani rappresenta un presupposto irrinunciabile per la definitiva pacificazione di questa complessa realtà   geopolitica ma anche per la stabilità   del continente europeo.
Un processo che presenta perಠvarie incognite, dal momento che la Turchia ha intrapreso un percorso d’avvicinamento all’UE tortuoso e che non potrà   concludersi prima di un decennio, mentre l’Albania e i Paesi ex jugoslavi la precedono ma, fatta eccezione per la Croazia e forse il Montenegro, non vedono il traguardo dell’UE molto vicino. Intanto la secessione del Kosovo, non ammesso per ora al Forum dell’Europa centrale, ha creato serie tensioni con la Serbia alle prese con difficili elezioni anticipate, mentre l’irredentismo albanese è tornato a farsi sentire in Macedonia, precipitata in una crisi politica dopo la delusione del mancato ingresso nella NATO imposto dal veto greco.
Il presidente macedone, Branko Crvenkovski, ha quindi lanciato un monito sui «rischi d’instabilità   tuttora incombenti che non devono essere sottovalutati», mentre il croato Stipe Mesic ha invitato l’UE ad «accelerare il processo di allargamento», accompagnandolo con interventi concreti nei settori dell’energia, dei trasporti, delle infrastrutture, delle telecomunicazioni. L’albanese Bamir Topi ha detto che «l’UE non potrà   essere completa senza un’espansione nei Balcani occidentali» e il turco Abdullah Gul ha ripetuto che l’integrazione della Turchia nell’UE rappresenta un’opportunità   «per trasformare davvero l’UE in un attore globale».

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