Immigrazione: divisioni sulle norme contro il lavoro illegale

850

La proposta della presidenza francese che prevede sanzioni penali contro i datori di lavoro che impiegano immigrati illegali e una soglia minima del 5% per le ispezioni nelle imprese divide gli Stati membri dell’UE.
La proposta di direttiva, in discussione presso il Consiglio dei ministri degli Interni dell’UE e sulla quale dovrà   pronunciarsi in codecisione l’Europarlamento, chiede agli Stati membri di applicare sanzioni finanziarie e amministrative contro i datori di lavoro, prevedendo, nei casi più gravi, anche la sospensione o la chiusura dell’attività  . Sarà   inoltre considerato reato l’utilizzo di lavoratori irregolari che si sa essere stati vittime del traffico di esseri umani.
La presidenza francese dell’UE intende giungere a un’approvazione della nuova normativa entro il suo semestre di presidenza, ma alcune delle norme contenute nella proposta dividono i governi dell’UE tra favorevoli e contrari.
La proposta è infatti appoggiata pienamente da Italia, Spagna, Portogallo e Grecia. D’accordo a imporre sanzioni penali e a fissare una quota minima di ispezioni per i datori di lavoro che assumono immigrati illegali anche Estonia, Lettonia, Lituania, Austria, Slovenia, Bulgaria, Malta, Cipro e Belgio. Viceversa, il fronte dei Paesi contrari è guidato dalla Germania e comprende anche Paesi Bassi, Ungheria, Repubblica Ceca e Polonia. Secondo il ministro dell’Interno tedesco, Wolfgang Schauble, «ci sono altri modi per combattere il fenomeno delle assunzioni in nero degli immigrati clandestini, mentre un tetto definito per le ispezioni puಠfavorire controlli pro-forma, tanto per rispettare il tetto», mentre il ministro svedese Tobias Billstrom osserva che «non esiste una competenza comunitaria in materia di diritto penale» e, pur non opponendosi alle ispezioni, ritiene che la competenza debba essere lasciata a ciascun Stato membro. La Finlandia propone invece un possibile compromesso, secondo cui le sanzioni devono essere «dissuasive ed efficaci» ma deve essere lasciata agli Stati membri la possibilità   o meno di arrivare ad imporre sanzioni penali, mentre sulle ispezioni la Finlandia propone di non fissare tetti quantitativi «ma obiettivi mirati di qualità  ».

Approfondisci

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here