Giornata mondiale dei rifugiati: appello di Amnesty all’UE

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In occasione della Giornata mondiale del rifugiato, Amnesty International ha denunciato che «le porte dell’Europa si stanno chiudendo e i diritti di chi chiede protezione vengono ignorati», dunque «i governi europei stanno mettendo in pericolo le vite dei rifugiati negando loro protezione».
Amnesty osserva come i Paesi che si trovano ai confini dell’Europa stiano mostrando «un palese disprezzo per i loro obblighi internazionali nei confronti dei rifugiati». L’Italia, ad esempio, «intercetta i rifugiati in acque internazionali e li trasporta, senza prenderne in considerazione eventuali bisogni di protezione internazionale, in Libia, dove i migranti, i richiedenti asilo e i rifugiati sono a rischio di maltrattamenti e di rimpatrio forzato verso Paesi in cui potrebbero subire gravi violazioni dei diritti umani». La Turchia, prosegue la denuncia di Amnesty, continua a non riconoscere a persone non europee lo status di rifugiato, negando in questo modo a migliaia di persone la protezione di cui necessitano, e anche la Grecia respinge le persone che si trovano alle sue frontiere terrestri o marittime senza aver prima valutato le loro domande di asilo. Inoltre, gli accordi bilaterali tra la Spagna e vari Paesi africani sono utilizzati per giustificare arresti arbitrari, detenzioni ed espulsione di rifugiati, richiedenti asilo e migranti, mentre altri Paesi dell’UE «chiudono un occhio sulla crescente mancanza di rispetto per i diritti dei rifugiati e dei richiedenti asilo» perchà© «tentano di accogliere meno rifugiati».
Complessivamente, osserva Amnesty, in base al sistema “Dublino II” migliaia di richiedenti asilo vengono trasferiti ogni anno verso Paesi dove i loro diritti non sono adeguatamente protetti. Secondo Nicola Duckworth, direttrice del Programma Europa e Asia centrale di Amnesty International, «i governi devono cessare di mettere a repentaglio delle vite e, piuttosto, iniziare a rispettare i loro obblighi internazionali di protezione nei confronti di queste persone vulnerabili».

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