Consiglio europeo prudente sul Kosovo

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Sulla base di un approccio di estrema prudenza i capi di Stato e di governo dell’UE riuniti nel Consiglio europeo a Bruxelles hanno trovano una posizione comune sulla delicata questione del Kosovo, senza alcun riferimento all’indipendenza ma sottolineando la particolarità   di una situazione «senza precedenti».
Nel documento conclusivo del Vertice, il Consiglio europeo sottolinea che quello del Kosovo «è un caso sui generis, che non rappresenta un precedente», ma la parola «indipendenza» non è mai menzionata dai rappresentanti dei 27 Stati dell’UE. I leader europei hanno confermato di volere procedere «con molta cautela e prudenza», in attesa della decisione che il Consiglio di Sicurezza dell’ONU prenderà   nei prossimi giorni sul futuro status della provincia serba a maggioranza albanese.
La novità   politica rilevante è che l’UE dichiara la sua disponibilità   a inviare in Kosovo una missione civile di interposizione, se risulterà   essere necessaria e se sarà   richiesta dall’ONU. Tale missione, che dovrebbe assumere la gestione amministrativa della provincia affiancandosi in una prima fase e poi sostituendo la missione delle Nazioni Unite (UNMIK), sarà   definita nelle sue modalità   e nei suoi aspetti operativi in un prossimo Consiglio dei ministri degli Esteri europei, forse già   nel gennaio 2008. I leader politici dei 27 Stati membri hanno poi confermato l’intenzione di lavorare per un futuro avvicinamento all’UE di tutta l’area dei Balcani occidentali.
Una posizione condivisa anche dalle autorità   della Serbia (pur con differenze importanti tra presidente e premier), nonostante prefigurino contrasti con i Paesi che riconosceranno l’indipendenza del Kosovo, condizione questa fermamente contrastata dai vertici di Belgrado ma sulla quale sono ufficiosamente favorevoli molti governi dell’UE. «La Serbia è decisa a continuare la sua strada verso l’UE nonostante l’appoggio della maggioranza dei 27 Paesi membri all’indipendenza del Kosovo», ha detto il presidente serbo Boris Tadic intervistato da un quotidiano serbo, aggiungendo: «Coloro i quali sostengono che la Serbia non debba aderire all’UE in caso di soluzione non buona per noi della questione dello status del Kosovo si pongono di fatto in contrasto con gli interessi vitali di tutti i cittadini del nostro Paese: vogliono spingere la Serbia verso l’isolamento e la rovina economica».

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