L’Unione Europea e i Balcani: una questione complessa

La questione dell’allargamento dell’Unione Europea nei Balcani è decisamente complessa ed attuale. Da un lato la crisi economica, i recenti allargamenti e le differenze tra i vari Stati balcanici suggeriscono un’ulteriore riflessione sulla convenienza immediata del progetto. Dall’altro lato, l’integrazione culturale, lo sviluppo economico e la stabilità geopolitica a lungo termine sembrano finalmente degli obiettivi raggiungibili.

Più Europa, ma quale Europa?

Di qua e di là dell’Atlantico si è andata creando un’attesa quasi messianica come se un Consiglio europeo, il venticinquesimo di una serie inconcludente da quando è esplosa la crisi, potesse dopo tanti rinvii consegnare al mondo una nuova Europa, guarita dai suoi molti mali e in grado di rassicurare il pianeta dai rischi che sta correndo e non soltanto per sua responsabilità.

Da Rio a Rio +20

Si è conclusa oggi la tanto attesa Conferenza di Rio + 20, destinata da una parte a fare il punto sui progressi fatti negli ultimi vent’anni e dall’altra ad assumere i futuri impegni politici e finanziari per porre rimedio alle gravi malattie di cui soffre il nostro Pianeta.  

Elezioni in Egitto

Sullo sfondo di gravi tensioni politiche, si è concluso domenica 17 giugno il secondo turno delle elezioni presidenziali in Egitto. Tensioni politiche che hanno raggiunto i massimi livelli nei giorni precedenti le elezioni e che hanno gettato ombre più che inquietanti su una possibile fase di transizione democratica nel Paese.

Europa a una svolta

Molti e importanti nella scorsa settimana gli appuntamenti per l’Europa alla vigilia del Consiglio europeo di fine mese, da cui ci si aspetta finalmente decisioni in grado di fare risalire l’Unione Europea dalla pericolosa china nella quale è andata progressivamente scivolando da quando, nel 2008, è esplosa la crisi finanziaria e economica. Alcune prime ma provvisorie buone notizie sono venute dalle elezioni in Francia e in Grecia.

Il centro del mondo è ovunque

E’ una brutta abitudine quella della vecchia Europa di guardarsi l’ombelico e credere di essere al centro del mondo. Non è più vero da molto tempo, soprattutto è del tutto sbagliato oggi, in questo villaggio globale che è il mondo, dove l’Europa rappresenta una regione piccola piccola, economicamente in declino, politicamente quasi irrilevante e demograficamente sempre più vecchia.

E la Francia in Europa?

Da sempre si denunciano le resistenze della Gran Bretagna al cammino dell’integrazione europea, da qualche tempo si è puntato il dito contro l’Italia venuta meno al suo impegno di Paese fondatore dell’UE, in questi ultimi mesi il dito accusatore si è puntato, non senza ragione, sull’ostinazione rigorista della Germania, che rischia di mettere gravemente in crisi la fragile coesione raggiunta tra i 27 Paesi europei. Adesso che la Francia ha compiuto una svolta politica importante, con possibili ricadute significative sul futuro dell’UE, e che il primo turno delle elezioni politiche sembra confermare la svolta presidenziale, vale la pena puntare i riflettori sul ruolo passato e futuro della Francia in Europa.

Putin e l’Europa

Si è svolto a San Pietroburgo il 4 giugno scorso il primo Vertice Unione Europea-Russia dopo il ritorno alla Presidenza russa di Vladimir Putin. Un Vertice passato quasi inosservato, a giudicare dal rilievo dato dalla stampa, ma che prevedeva all'ordine del giorno importanti questioni politiche ed economiche.

Giugno caldo per l’Europa

L'estate non sarà tranquilla per l'Unione Europea e i suoi cittadini. Il mese di giugno é iniziato con notizie contrastanti: buona quella in arrivo dall'Irlanda con i risultati del referendum sul «fiscal pact», molto meno buona quella giunta dai mercati con lo «spread» alle stelle in Spagna, seguito a ruota da quello italiano.

Elezioni presidenziali in Egitto tra passato e futuro

Dopo le elezioni legislative dello scorso gennaio, l’Egitto è tornato alle urne, il 23 e 24 maggio scorsi, per eleggere il suo Presidente. Un’elezione attesa e considerata di portata storica dopo la deposizione di Hosni Mubarak nel febbraio 2011. Storica perché, sulla scia della Primavera araba e per la prima volta, queste elezioni si sarebbero svolte all’insegna della libertà, della trasparenza e della democrazia.

La politica e i numeri

Da sempre la politica prova qualche difficoltà a misurarsi con i numeri, preferendo aggrapparsi alle parole. Ne abbiamo avuto ancora una prova all' indomani dell'ultima tornata elettorale nelle parole pronunciate dai partiti a proposito dei numeri usciti dalle urne.

La Serbia alle elezioni, tra crisi e Europa

Contrariamente alle previsioni che davano quasi per scontata la riconferma per un terzo mandato a Boris Tadic, rappresentante del partito democratico, la maggioranza degli elettori serbi ha invece deciso di portare alla Presidenza Tomislav Nikolic del Partito progressista serbo. Un risultato complesso e carico di significati se si considera che per la prima volta il Paese è andato a votare sulla base di nuove prospettive politiche e non sotto la pressione di vecchi o più recenti traumi che hanno segnato la sua storia degli ultimi venti anni.

G8 a Camp David: l’UE vista dall’America

Chissà se da oltre Atlantico, a Chicago dove erano riuniti per il G8, i governanti europei hanno avuto occasione di vedere meglio la piccola Europa, con al centro il vulcano in ebollizione della minuscola Grecia e rendersi conto di quanto sia frammentata l’Unione Europea e quanto essa sia giunta stremata all’appuntamento con i Grandi di questo mondo?

Angela, fino a quando?

Angela Merkel: da troppo tempo ossessionata dal rigore, con danni per l’Europa ormai difficili da calcolare e altri che potrebbero colpirci tra non molto se la sua ostinazione dovesse non venire meno.

Elezioni anche a sud del Mediterraneo

Questo mese di maggio non è solo momento di elezioni in Europa, ma lo è anche sulle sponde meridionali del Mediterraneo, sempre percorse dalle turbolenze della Primavera araba.

9 Maggio: i giorni della memoria

Il 9 maggio 1945 segna una data storica in Europa: in quel giorno tacciono finalmente le armi dopo anni di una guerra terribile. Cinque anni più tardi, il 9 maggio 1950, il Ministro degli Esteri francese, Robert Schuman, tendendo la mano agli avversari della guerra da poco conclusa, in una famosa dichiarazione propone alla Germania e ai Paesi che lo desiderano, di creare una comunità di interessi pacifici. Si avvia così il più grande progetto storico del XX secolo, il processo di integrazione europea.

Tempeste elettorali nell’UE e dintorni

Tanto tuonò che, almeno questa volta, alla fine piovve. Precipitazioni di diversa intensità nella tornata elettorale dei giorni scorsi: una grandinata in Grecia, un problematico cambio di stagione in Francia, nuvole in Germania, per non dire, dei lampi di temporale a Londra con i laburisti alla riscossa e, ai confini dell’UE, tempo variabile in Serbia e finto sereno nelle elezioni in Siria.

Julia Tymoshenko fra Russia e Europa

Julia Tymoshenko è in prigione dall’ottobre 2011 e la sua condanna a 7 anni di reclusione ha segnato in questi ultimi mesi anche le relazioni tra l’UE e l’Ucraina. La recente denuncia di gravi maltrattamenti in carcere e l’inizio dello sciopero della fame hanno sollevato nuove inquietudini, tanto da spingere molti Paesi, Germania in testa, ad interrogarsi sulle loro presenze ai prossimi Campionati europei di calcio che dovrebbero svolgersi in Polonia e in Ucraina a giugno.

L’ondata di antipolitica in Europa

Non è una novità il fenomeno dell’antipolitica in Europa e altrove nel mondo. L’elemento di novità è piuttosto da ricercarsi nel passaggio a un’antipolitica passiva e silenziosa, con alti tassi di astensionismo come avviene ormai regolarmente negli USA o alle elezioni europee, a un’antipolitica che si esprime attraverso il voto, secondo le procedure tradizionali dei nostri sistemi democratici.

Chi salverà l’Europa?

Non passa giorno senza che qualcuno s’affacci a dirci come salvare la vecchia Europa, incapace di venirsene fuori da una crisi che ormai dura da anni e che ancora durerà. Tra i diciassette Paesi che hanno adottato la moneta unica, più d’uno ha i suoi guai e le sue ferite da leccarsi e non solo per i conti pubblici in rosso, ma più ancora per l’instabilità politica che minaccia i governi in carica: come stupirsi allora che sia il resto del mondo a preoccuparsi e a occuparsene?

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