Le tragedie che segnano il futuro dei bambini

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Sono immagini che hanno fatto il giro del mondo, scuotendo, indignando e commuovendo il cuore di  tante persone. Omran e Giorgia, due bambini estratti dalle macerie e sopravvissuti l’uno alla furia della guerra in Siria, l’altra a quella della natura ad Amatrice. Forse l’essere sopravvissuti è l’unica cosa che hanno in comune, perché le vite di Omran e Giorgia guardano ora a un futuro di realtà che hanno prospettive ben diverse.

Oggi tuttavia rappresentano ambedue dolore e desolazione: i loro rispettivi fratellini non ce l’hanno fatta, sono morti sotto le macerie; la loro casa, la loro scuola e il loro paese sono completamente distrutti; per Omran le bombe continueranno sciaguratamente a essere lanciate su Aleppo dalla follia omicida degli uomini, per Giorgia tutto dipenderà dalla volontà politica di far fronte con strumenti adeguati alle inaspettate e pur continue convulsioni della terra che, sul nostro territorio, da anni seminano macerie e morte.

Evidentemente i due bambini non hanno nulla in comune… e nessun filo rosso congiunge Amatrice ad Aleppo, salvo il filo della paura e del perdere tutto, compreso il futuro che si era immaginato.

Forse il futuro di Omran si affiderà a quello già sognato e pagato in anticipo molto caro dalle migliaia di profughi che fuggono dai loro Paesi in guerra per approdare sulle coste di un’Europa purtroppo ancora troppo arcigna e inospitale; forse il futuro di Giorgia e della sua gente, che deve credere nella ricostruzione sicura del suo paese, della sua scuola, della sua chiesa potrebbe essere il richiamo anche a una più forte comprensione e solidarietà per i tanti Omran, piccoli e grandi, che dovranno ricominciare a credere e a sperare nel loro futuro.

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