Franco Chittolina
Istituzioni UE: protagonisti, comprimari e comparse
È passato poco più di un anno da quando l’Unione Europea ha rinnovato buona parte dei Vertici delle proprie Istituzioni, all’indomani del voto per il nuovo Parlamento europeo e un primo bilancio si impone. Alla guida del Parlamento europeo si è installato il capofila dei socialisti e democratici europei, Martin Schultz, anche per compensare la presidenza della Commissione europea, affidata al capofila del Partito popolare europeo, Jean Claude Juncker.
Democrazia in affanno nell’Unione Europea
Di Unione Europea e di Grecia molto – e di tutto – si è detto in questa prima metà dell’anno e molto ancora si dirà nei prossimi mesi e anni. Su una cosa almeno sono tutti d’accordo: il problema greco è tutt’altro che risolto, il terzo piano di aiuto di quasi 90 miliardi di euro servirà a tirare il fiato e, si spera, a realizzare qualche riforma in un Paese economicamente alla deriva, ma non potrà consentire il rientro auspicato per l’enorme debito pubblico cumulato. Sul tema, due voci si sono espresse in favore di un alleggerimento di questo debito, il Fondo monetario internazionale (FMI), non certo per generosità, e la Banca centrale europea (BCE), preoccupata di dover fare i conti con una zavorra che può tornare a minacciare l’euro. Non ne vuole sapere per ora la Germania, che pure di una sostanziosa riduzione del suo debito aveva beneficiato nel 1953: l’ossessione delle “regole” fa velo anche al buon senso, sempre che l’obiettivo non resti quello dell’espulsione della Grecia dalla zona euro, almeno per cinque anni, probabilmente per molto di più.
La lezione greca per l’Unione Europea
Molto si è enfatizzata di questi tempi l’eredità culturale e politica della Grecia per l’Occidente.
Un’eredità antica, aggiuntasi ad altri patrimoni che hanno arricchito la cultura e la politica dell’Europa. Altre capitali, oltre Atene, ne sono state la culla, dalla Gerusalemme della cultura giudaico-cristiana, a Roma, laboratorio del diritto per il nostro continente fino alla Parigi di “Liberté, Egalité, Fraternité”.
Quei “no” che possono far crescere
Se esistesse una pedagogia per l’Unione Europea, la lezione greca potrebbe essere quello di un ‘no’ che può far crescere. Resta da vedere a chi è indirizzato il ‘no’ e con quali possibili risultati per i destinatari della lezione impartita.
I referendum nell’Unione Europea
Il ricorso all’istituto democratico del referendum non è una novità nella storia dell’integrazione europea, così come appare chiaro la sua diversa valenza rispetto ai referendum circoscritti a tematiche esclusivamente di interesse nazionale.
Grecia e Unione Europea: tempo scaduto
Forse Alexis Tsipras faceva conto sulle “calende greche”, quelle scadenze allontanate nel tempo, che si cerca di non far arrivare mai.
Adesso il tempo è scaduto, per la Grecia e per l’Unione Europea. Se entro i prossimi giorni, tenuto conto dell’esito del referendum indetto, non senza azzardo, per il 5 luglio, non si trova un accordo con l’Eurogruppo e gli altri creditori, il mese di luglio rischia di condurre la Grecia verso il fallimento finanziario e l’uscita dall’euro.
Troppi rinvii nell’UE per decisioni urgenti
In questi ultimi mesi è diventato difficile tenere il conto dei Vertici nell’Unione Europea. All’ordine del giorno c’erano, e restano, problemi in attesa di soluzioni urgenti, in particolare su due temi caldi: quello del salvataggio della Grecia dal fallimento finanziario e quello della gestione dell’emergenza migranti, oltre due altri punti che riemergono periodicamente: le sanzioni alla Russia in difesa dell’Ucraina e le proposte per un rafforzamento istituzionale dell’UE.
L’Unione Europea alla guerra di Troia
Se su una vicenda, dagli esiti comunque drammatici, come quella della crisi finanziaria greca si potesse sorridere, verrebbe la tentazione di richiamare alla mente la guerra di Troia e i miti che l’hanno raccontata, le pagine omeriche in particolare.
“Laudato si’, Francesco”. Il pianeta (e l’Europa) ringrazia
Era attesa da mesi questa enciclica di papa Francesco e per mesi, e ancora di più, se ne parlerà in futuro. Tempo fa un segnale in questo senso l’aveva mandato il New York Times con un suo editoriale nel quale non esitava a evocare, per l’attesa enciclica sull’ambiente, un impatto analogo a quello che ebbe nel 1981 l’enciclica sulla questione sociale “Rerum Novarum”. È probabile che oltre l’Atlantico abbiano visto giusto, con un misto di speranza e di timore. E un po’ ovunque era attesa questa lettera del Papa, in particolare in questa vigilia della Conferenza ONU sul clima, ancora lontana da un esito positivo e con l’Unione Europea tenace a combattere sul fronte più avanzato, anche se ancora insufficiente per la salvaguardia del pianeta.
Dagli USA ci separa ancora un oceano
C’era molta attesa la settimana scorsa per il voto del Parlamento europeo sul negoziato in corso del TTIP (TransatlanticTrade and Investement Partnership), l’Accordo commerciale transatlantico destinato a creare un mercato unico tra USA e UE.
Europa: integrazione e/o disintegrazione?
A voler prendere in prestito la metafora dei terremoti si potrebbe dire che l’Europa sembra sempre più collocata su una faglia generatrice di movimenti tettonici e che ricorrenti sciami sismici non annunciano niente di buono.
Unione Europea, non dimenticare maggio!
Sarà bene che l’Unione Europea non dimentichi i suoi mesi di maggio, passati e recenti. A cominciare dal 9 maggio di 65 anni fa, quando venne lanciato il manifesto fondativo del processo di integrazione europea con la Dichiarazione Schuman che, a soli cinque anni dalla fine della Seconda guerra mondiale, chiamava alcuni tra i principali belligeranti ad associarsi in una difficile impresa di solidarietà per ricostruire un'Europa in macerie e consolidare una pace ancora fragile.
Voti che parlano (anche) all’Europa
Sarà pure che cominciano a essere in molti a pensare che le nostre vecchie democrazie stanche possano fare a meno delle elezioni e che meglio sarebbe ricorrere al sorteggio per designare i responsabili politici, resta comunque che dalle elezioni e referendum recenti giungono all’Europa messaggi interessanti, anche se non sempre incoraggianti.
Grecia: vigilia ad alta tensione
Non sono stati giorni tranquilli per i negoziatori del contenzioso UE - Grecia quelli della settimana scorsa in occasione del vertice di Riga. E adesso, dopo l’annuncio del governo ellenico dell’impossibilità di continuare a rimborsare i prestiti ottenuti, il “caso greco” sta per arrivare, forse, alle sue ultime battute e il negoziato in corso potrebbe essere finalmente alla vigilia di una conclusione.
Invito alla lettura: la nostra comune umanità. il catalogo è questo
E’ molto stimolante il libro, ancora fresco di inchiostro, di Adriano Favole: La bussola dell’antropologo. Orientarsi in un mare di culture (ed. Laterza, 2015,...
Unione Europea: la solidarietà può fare la differenza
Potrebbe essere per l’Unione Europea la volta del “cigno nero”, quella di un evento inatteso – ma anche imprevedibile – che imprime una svolta alla storia, qualcosa di improbabile che interviene a governare la storia. Se non proprio quella del mondo, almeno quella dell’UE, che sicuramente di una sferzata ha bisogno per svegliare i “sonnambuli” che la s/governano oggi.
Da Londra un segnale e un’occasione per l’Unione europea
Ancora una volta è evidente l’intreccio tra elezioni nazionali e politica europea e viceversa, segno che, piaccia o no, siamo tutti sulla stessa barca e ci tocca remare. Che poi qualcuno remi in un senso e qualcuno in un altro non è una novità nell’UE.
Unione Europea: dentro e/o fuori
Viene il tempo, nella vita delle persone e in quella delle comunità, di non stare più sulla soglia, il tempo di entrare o di uscire, o almeno, di fare un passo chiaro in un senso o nell’altro.
Primo maggio: il lavoro non fa festa
Continua a imperversare la battaglia dei numeri sul fronte del disagio sociale: dopo le previsioni fragili del governo italiano nel Documento di economia e...
Gli egoismi nazionali, una minaccia per la pace anche per l’Unione Europea
I migranti che approdano in Europa provengono da Paesi in guerra alla ricerca di una terra di pace che li possa accogliere. Quando, a prezzo di enormi rischi e depredati dai nuovi “schiavisti”, riescono a raggiungere il nostro continente impattano duramente con un’Unione Europea che si vanta di aver salvaguardato la pace sulle nostre terre e di avere per questo ottenuto nel 2012 il Nobel per la pace.