Unione dell’Innovazione: Relazione 2011

714

Per fare in modo che la strategia Europa 2020 diventi fonte di crescita intelligente e sostenibile è necessario che l’UE investa più risorse in ricerca e sviluppo, sia per quanto riguarda il settore pubblico sia in ambito privato.
àƒÆ’à¢â‚¬° quanto si legge nella Relazione 2011 sulla competitività   dell’Unione dell’innovazione nella quale la Commissione Europea sostiene che investimenti più rilevanti dal punto di vista quantitativo e «più intelligenti» avrebbero effetti anticiclici in tempo di crisi.
Tra le priorità   indicate nella Relazione, oltre alla maggiore cooperazione tra Stati membri e tra Stati UE e Paesi terzi anche il miglior uso dei risultati della ricerca, il consolidamento delle normative sulla proprietà   intellettuale, il rafforzamento dei sistemi educativi sempre più orientati alle esigenze dell’innovazione aziendale e il sostegno alle Piccole e Medie Imprese (PMI) maggiormente innovative.
«La relazione sottolinea quanto lungo, impegnativo e accidentato sia il cammino dell’Unione dell’innovazione, ma conferma la correttezza delle scelte politiche concordate dall’UE per percorrerlo fino in fondo» ha commentato Mà ¡ire Geoghegan-Quinn, commissaria europea per la Ricerca e l’innovazione.
A fronte dell’obiettivo dichiarato dalla Strategia «Europa 2020»: investire il 3% del Prodotto Interno Lordo in ricerca e sviluppo (R&S), il dato del 2009, rilevato dalla Relazione, è pari al 2,01% e il divario con i maggiori concorrenti mondiali si sta facendo sempre più consistente soprattutto perchà© le imprese private delle economie emergenti investono in Ricerca e Sviluppo molto di più di quelle europee.
Secondo quanto rilevato dalla Relazione, particolarmente efficaci sono gli investimenti «intelligenti» e concentrati su strategie di specializzazione che intervengono sia dal lato dell’ offerta (sovvenzioni pubbliche all’istruzione superiore, R&S aziendale, capitali di rischio e infrastrutture scientifiche e tecnologiche) sia da quello della domanda (appalti pubblici per prodotti innovativi, disposizioni normative a favore dei mercati di prodotti competitivi).
La Relazione sottolinea inoltre l’importanza dell’incontro e della collaborazione tra ricercatori e imprese (nell’UE solo il 46% dei ricercatori lavora nel settore privato mentre negli USA questa percentuale è dell’80%), l’importanza dell’internazionalizzazione della ricerca per accrescere la redditività   degli investimenti e la necessità   di PMI più innovative e in rapida crescita che aiutino l’UE a recuperare il ritardo accumulato nei confronti degli Stati Uniti in termini di intensità   di ricerca nei settori ad alta e media tecnologia.
Vi sono alcuni Paesi, conclude la Relazione, (Austria e Danimarca) che hanno già   intrapreso il passaggio ad un’economia a maggiore intensità   di conoscenze. àˆ a questi Paesi, che tra l’altro sono quelli che meglio stanno uscendo dalla crisi che bisogna guardare con maggiore interesse.

Approfondisci

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here