Un piano Marshall per la Grecia

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Quello che il presidente della Commissione Europea ha definito «piano Marshall» prevede 109 miliardi di aiuti stanziati dall’Unione Europea e dal Fondo Monetario Internazionale con la «partecipazione volontaria del settore privato – Private Sector Involvement, PSI – a coprire il finanziamento».
I capi di Stato e di governo della zona euro hanno dunque confermato la loro «inflessibile determinazione a onorare pienamente gli impegni sovrani individuali» considerando che la Grecia si trova «in una situazione grave unica» che richiede «una soluzione eccezionale».
Il piano di aiuti prevede una riduzione dei tassi di interesse e una rinegoziazione delle scadenze dei titoli in modo da rendere il debito e il relativo rifinanziamento necessario maggiormente sostenibile.
La Commissione Europea e gli Stati membri «mobiliteranno tutte le risorse necessarie per fornire assistenza tecnica adeguata per aiutare la Grecia ad attuare le riforme» e per mettere in funzione al più presto il nuovo Fondo salva-Stati.
Soddisfazione per l’accordo raggiunto è stata espressa da molti Capi di Stato e di governo e, ovviamente anche dai presidenti di Commissione e Consiglio Europeo.
Josè Manuel Barroso ha definito «ambizioso e credibile» il pacchetto di misure adottato facendo notare la rilevanza del fatto che «per la prima volta dall’inizio della crisi l’economia e la politica si siano incontrate» e rimarcando come tutte le richieste e le proposte della Commissione siano di fatto state accolte.
Herman Van Rompuy ha invece messo a fuoco i tre principali risultati raggiunti parlando di «miglioramento della sostenibilità   del debito greco», di «contenimento del rischio di contagio» e di «assunzione di impegni per la gestioni di crisi della zona euro».
Il presidente della Banca Centrale Europea Jean-Claude Trichet ha definito l’accordo raggiunto «cruciale per la stabilità   della zona euro» sottolineando che la soluzione di «default selettivo» adottata per la Grecia rappresenta una «soluzione unica».

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