UE: basta ritardi nelle forniture di gas russo

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L’UE è disposta a partecipare al negoziato diretto tra autorità   russe e ucraine per risolvere la «crisi del gas», ma ammonisce che «nessun incontro deve essere una scusa per ulteriori ritardi nella fornitura di gas russo» verso i Paesi dell’UE.
In base alle informazioni fornite dagli osservatori europei che si trovano in territorio russo e ucraino, infatti, il flusso di gas russo è ancora bloccato, nonostante il protocollo d’intesa sottoscritto dalle due parti in causa grazie alla mediazione dell’UE. Russia e Ucraina sono quindi invitate a «ripristinare immediatamente le forniture».
Una crisi, quella tra Russia e Ucraina sulle forniture di gas russo, in corso dall’inizio dell’anno e che ha avuto ripercussioni su alcuni Stati membri dell’UE. Le autorità   russe avevano infatti tagliato le forniture di gas all’Ucraina il 1° gennaio scorso, accusando i responsabili ucraini di attingere indebitamente al flusso diretto in Europa, mentre dal 7 gennaio sono state tagliate anche le forniture verso gli altri Paesi europei per mettere fine a quello che è considerato dai russi il «furto» ucraino. L’intervento di mediazione dell’UE, separatamente con russi e ucraini, sembrava aver portato a una soluzione già   l’11 gennaio, ma le forniture di gas russo non sono riprese regolarmente per cui il negoziato passa ora a una forma di incontri diretti tra le due parti, sempre mediati da rappresentanti dell’UE.
La questione di fondo attiene al prezzo del gas: l’Ucraina propone alla compagnia energetica russa Gazprom il prezzo di 196,6 dollari per mille metri cubi di gas, a patto di rialzare i costi di transito a 2,2 dollari per mille metri cubi ogni 100 km di tubi. La richiesta russa è invece decisamente superiore, così le autorità   ucraine si dicono disposte a salire fino a 218 dollari per mille metri cubi, ma con un costo di transito di 2,47 dollari.
Va ricordato che l’UE importa dalla Russia circa un quarto del gas necessario e l’80% di questo passa attraverso l’Ucraina.

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