Previsioni economiche: l’UE in recessione

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«L’orizzonte delle ultime previsioni è un po’ cupo e la recessione è un rischio concreto per alcuni Paesi, per la zona euro e per l’intera UE», questo il commento del commissario europeo responsabile per gli Affari economici e monetari, Joaquà ­n Almunia, in merito alle previsioni economiche d’autunno presentate dalla Commissione europea.
Secondo tali previsioni, la crescita economica dell’UE sarà   dell’1,4% del PIL nel 2008, cioè circa la metà   di quella registrata nel 2007, per poi crollare allo 0,2% nel 2009 e risalire leggermente all’1,1% nel 2010. Per la zona euro le previsioni sono anche peggiori: la crescita economica sarà   dell’1,2% nel 2008, dello 0,1% nel 2009 e dello 0,9% nel 2010.
Le ripercussioni della crisi finanziaria internazionale colpiscono dunque seriamente le economie dell’UE, la situazione resta precaria e i rischi di recessione restano significativi anche in prospettiva, secondo la Commissione. La zona euro è già   entrata in «recessione tecnica» con due trimestri consecutivi di crescita negativa del PIL: nel secondo trimestre è stata del -0,2% e nel terzo si prevede un ulteriore calo sia nei 15 Paesi dell’euro sia nell’intera UE. Nel 2009, poi, i 15 Paesi dell’UEM resteranno di fatto a una crescita vicino allo zero (0,1%), che a causa di eventuali choc «potrebbe diventare recessione», mentre solo nel 2010 si prevede una flebile ripresa.
Così, l’occupazione aumenterà   solo marginalmente nel biennio 2009-2010 dopo i 6 milioni di nuovi posti di lavoro creati nel periodo 2007-2008, mentre si prevede un aumento di almeno un punto percentuale del tasso di disoccupazione, che aveva invece raggiunto i livelli più bassi dell’ultima decade.
Secondo la Commissione, anche l’Italia è entrata «in recessione tecnica» nella seconda metà   del 2008 e chiuderà   l’anno a crescita zero, così come il 2009 (0,1% e 0,2% invece le previsioni del Fondo Monetario Internazionale); il deficit tornerà   a salire dall’1,6% del 2007 (anno record in positivo) al 2,5% quest’anno e al 2,6% nel 2009, mentre il debito pubblico nei prossimi 12 mesi riprenderà   a salire fino 104,3% del PIL. Anche altri Stati membri della zona euro registreranno problemi simili: si prevede che sforeranno il parametro deficit/PIL del 3% Francia, Irlanda, Grecia e Slovacchia.
La speranza indicata dalla Commissione è che ci possa essere per l’UE un recupero graduale nella seconda metà   dell’anno prossimo, così da permettere una leggera ripresa l’anno successivo, questo anche grazie al previsto calo dei prezzi delle materie prime, a partire da quello del petrolio, che dovrebbe riportare l’inflazione della zona euro dal 3,5% del 2008 al 2,2% nel 2009 e al 2,1% nel 2010. Ma si tratta di uno «scenario molto prudente» ha ammonito Almunia, perchà© «nessuno ha cognizione di quello che accadrà   nel prossimo futuro» e quindi le previsioni per il 2010 «sono da prendere con cautela».

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