Europa: la memoria del futuro

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Mentre non si spengono le proteste per le improbabili misure sul grembiule a scuola e il voto di condotta, quelle più serie sul maestro unico e quelle drammatiche sui tagli di risorse destinate alla scuola, poco si sente a proposito di contenuti pedagogici e del nuovo corso «Costituzione e cittadinanza» e nulla dell’Europa e della sua storia che è anche la nostra e, più ancora, quella delle future generazioni.
Va detto che complessa è la storia dell’Europa, da sempre poco raccontata nelle nostre scuole, in particolare quella di quest’ultimo secolo che pure ha registrato eventi importanti.
Possiamo provare a ripercorrerne alcuni, cominciando dall’anniversario appena celebrato dei novant’anni dalla fine della prima guerra mondiale, quella «inutile strage» che ha insanguinato l’Europa. Facciamolo sulla scorta di quattro date, tra le molte che potrebbero guidarci nella nostra lettura degli eventi:
1918: ritorna la pace e qualche mese dopo l’Europa cercava una nuova configurazione con il Trattato di Versailles. Un Trattato fortemente punitivo nei confronti della Germania e non senza responsabilità   nelle tensioni che prepareranno la seconda guerra mondiale all’indomani della quale si cercherà   di costruire una nuova Europa, non più vendicativa ma aperta a vincitori e vinti diversamente da quanto era avvenuto a Versailles.
1948: in Italia, uscita sconfitta dalla seconda guerra mondiale, entra in vigore la Costituzione repubblicana. La lezione della pace di Versailles è registrata nell’articolo 11: «L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà   degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità   con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità   necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo». Pochi mesi dopo, l’Italia entrerà   a far parte del Consiglio d’Europa e intanto si prepara ad una più decisiva avventura europea che in quell’articolo della Costituzione repubblicana affonda le radici.
1958: a dieci anni dall’entrata in vigore della Costituzione italiana, entra in vigore il Trattato di Roma, patto fondante della Comunità   economica europea, diventata oggi l’Unione europea, passata dai sei Paesi del 1958 ai 27 Stati membri di oggi.
2008: in estate tornano a soffiare venti di guerra sul continente europeo con l’invasione russa in Georgia e l’Unione europea si fa carico della tregua e di un processo di pace tuttora in corso. La lezione delle due terribili guerre mondiali e di paci «sbagliate» ha insegnato all’Europa che la memoria è indispensabile per preparare il futuro e promuovere la pace, risultato mai raggiunto una volta per sempre in questo nostro continente dal passato «guerriero».
Altre date potrebbero essere ricordate e meno sommariamente. Ma su tutto prende forma un interrogativo: l’Unione europea di oggi esiste grazie o malgrado questo suo passato di guerre distruttrici e di paci fragili? Probabilmente vi sono nel suo DNA entrambi questi ingredienti: sono gli stessi che, componendosi tra loro, fanno sì che questa Europa di pace e di solidarietà   sia già   una miracolosa conquista, ma resti ancora un grande sogno da realizzare.

2 COMMENTI

  1. Avete dimenticato una data molto importante, senza la quale non si spiega quella del 1958, quella del 1951, firma del trattato Ceca, la prima delle Comunità  europee.

  2. Caro lettore, grazie per l’attenzione che presti al nostro sito e ai contenuti che esso npubblica. Lo spunto per l’articolo che hai commentato è l’anniversario della fine della Grande Guerra, di lì la ricerca di altre date tra le quali tessere un sottile filo rosso tenuto insieme dal numero 8 finale, quini 1918 – 1948 – 1958 – 2008. Torna a visitare il nostro sito e a commentare.

    La Redazione

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