Natalità   e immigrazione contro l’invecchiamento dell’UE

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Secondo il Parlamento europeo, i cambiamenti demografici in corso nell’UE non sono irreversibili e devono essere affrontati migliorando i servizi alle famiglie e alla genitorialità   nonchà© introducendo adeguate politiche migratorie.
Se non interverranno cambiamenti, si prevede che l’età   media della popolazione europea passi dai 39 anni del 2004 a 49 anni nel 2050, anno in cui il numero dei giovani di età   compresa fra 0 e 14 anni passerà   a 66 milioni mentre il numero degli anziani di oltre 80 anni passerà   dal 4,1% nel 2005 all’11,4%. La popolazione in età   lavorativa scenderebbe a 268 milioni e la media europea del tasso di dipendenza anziani (il numero di persone con più di 65 anni diviso per il numero di persone fra i 14 e i 65 anni) passerebbe dal 25% del 2004 al 53% nel 2050. Nel frattempo l’importanza relativa della popolazione europea a livello mondiale passerebbe dal 15% del secolo scorso al 5% nel 2050.
àˆ dunque necessario promuovere la natalità   con servizi alle famiglie e misure a favore dei genitori e delle lavoratrici, sostiene l’Europarlamento, incluse misure contro le discriminazioni delle madri. Gli Stati membri sono sollecitati a adottare misure volte alla creazione di strutture di custodia dei bambini, di buona qualità   e a prezzi accessibili. Così come l’UE dovrebbe ispirarsi alle migliori pratiche per quanto riguarda la durata dei congedi di maternità   e i congedi parentali, le cure e l’accompagnamento prenatale, la garanzia di reddito durante la gravidanza e la reintegrazione nello stesso posto di lavoro.
Secondo i deputati europei occorre inoltre agevolare le carriere dei cinquantenni e il lavoro dopo l’età   della pensione, ammodernando i regimi pensionistici, garantendo la solidarietà   generazionale e pensioni dignitose.
Il ricorso all’immigrazione poi, sottolinea l’Europarlamento, «è e continuerà   a essere», uno degli elementi della demografia dell’UE e potrebbe fornire un «apporto positivo dal punto di vista economico, sociale e culturale». La Commissione, gli Stati membri e le parti sociali sono quindi invitati a «sviluppare un approccio sereno e ragionato» dell’immigrazione in modo da contrastare le opinioni e gli atteggiamenti xenofobi e razzisti e promuovere la completa ed effettiva integrazione dei migranti nella società  .

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