Napolitano: «fiducia all’Europa»

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Intervenendo in videoconferenza al Forum Ambrosetti, tradizionale appuntamento che vede riuniti a Cernobbio industriali, economisti e personalità   politiche, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha messo l’Europa al centro del suo discorso, dapprima parlando del ruolo avuto dall’UE nel fronteggiare una crisi che «non è finita e potrà   avere serie conseguenze in autunno sul mercato del lavoro» e poi tornando sulla necessità   di dare più forza all’UE e alle sue istituzioni.
Affermando che non bisogna «sottovalutare gli sforzi compiuti e i contributi offerti dall’Unione Europea per fronteggiare la crisi finanziaria» e ribadendo che «i piani di rilancio adottati sotto la presidenza francese hanno dato dei risultati e vanno portati avanti risolutamente» Napolitano ha anche formulato interrogativi sulle «difficoltà   e sui limiti, politici e istituzionali, che hanno impedito all’Unione Europea di andare al di là   della condivisione e concertazione di indirizzi da perseguire concretamente Paese per Paese» e sui risultati che si sarebbero potuti ottenere grazie a «progetti, azioni e strumenti comuni».
In vista del prossimo G20 il Presidente ha auspicato impegni concreti per la costruzione di un nuovo quadro di regole per il sistema finanziario, per la riforma del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale e per una nuova governance globale.
Ripercorrendo gli eventi salienti dell’ultimo anno Napolitano ha ribadito che «risulta incontestabile l’esigenza che l’Europa faccia più decisi passi avanti sulla via dell’integrazione e rafforzi la sua capacità   di azione comune» mettendo in campo uno sforzo comune che superi chiusure e spinte centrifughe ad esempio in tema di immigrazione e «su un piano necessariamente distinto a garanzia dell’inalienabile diritto all’asilo per chi sia costretto a richiederlo». Su questa, come su tutte le questioni che l’Europa deve affrontare si tratta di «esprimere più volontà   politica, più disponibilità   alla ricerca paziente, nel rispetto reciproco, di validi punti d’incontro».
Anche sul versante istituzionale gli Stati membri e i loro leader devono dare all’Europa segnali chiari di fiducia, portando a termine la ratifica del Trattato di Lisbona e procedendo decisamente alla sua attuazione, trasmettendo ai cittadini l’immagine di una Europa che parla con una sola voce e sottolineando l’importanza delle istituzioni comunitarie.
Napolitano (già   Eurodeputato tra il 1989 e il 1992) ha chiuso il suo intervento con un appello al rispetto del ruolo, della storia e della legittimazione sovranazionale del Parlamento Europeo chiedendo ai governi nazionali «un esame di coscienza per il modo in cui si è condotta la recente campagna elettorale per il Parlamento Europeo». La fiducia dei cittadini non potrà   non diminuire se nelle campagne elettorali in cui si deve parlare di Europa si continuerà   a parlare di vicende nazionali. «Molto dipende, per ridare fiducia nell’Europa, dall’impegno, dalla volontà   chiaramente impegnata in senso europeo delle classi dirigenti nazionali, delle leadership politiche nazionali»

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