Libera circolazione: stop alle restrizioni italiane

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Come Spagna, Finlandia, Portogallo e Grecia, anche l’Italia, superando la decisione dello scorso governo, ha deciso di rinunciare alle restrizioni imposte ai lavoratori provenienti da otto «nuovi» Stati membri frutto dell’allargamento del 2004 (Polonia, Estonia, Lettonia, Lituania, Repubblica ceca, Slovacchia, Ungheria, Slovenia). Il Presidente della Commissione europea Josà© Manuel Barroso e il Commissario agli Affari sociali, Vladimir Spidla, si sono felicitati della decisione italiana di aprire il mercato del lavoro ai «neocomunitari», ponendo fine alle misure di salvaguardia nazionali adottate nella prima fase (2004-2006) da tutti i «vecchi» Stati membri, ad eccezione di Irlanda, Regno Unito e Svezia che, secondo un recente rapporto della Commissione, hanno tratto beneficio dalla immediata liberalizzazione. Entro il 2011, anche i Paesi che hanno mantenuto le restrizioni (Austria, Germania e Danimarca) o che le hanno mitigate (Francia, Olanda, Belgio e Lussemburgo) dovranno irrevocabilmente rinunciarvi.

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