Con il 67,1% di voti favorevoli e un’affluenza del 58% al referendum sul Trattato di Lisbona, la popolazione dell’Irlanda si è espressa ampiamente a favore dell’UE e della riforma contenuta nel nuovo Trattato.
Rispetto al referendum svoltosi nel Paese nel giugno del 2008, quando il Trattato di riforma dell’UE fu bocciato con oltre il 53% dei voti contrari, in questo secondo referendum si è registrato un passaggio di voti dal «no» al «sì» di oltre il 20%, mentre anche l’affluenza è stata superiore rispetto alla scorsa votazione.
«Il sì ha vinto. La gente ha parlato, questo è un buon giorno per l’Irlanda e per l’Europa» ha dichiarato il premier irlandese Brian Cowen, che ha svolto una decisa campagna a favore del Trattato riconosciuta anche dai suoi oppositori. «Insieme all’Europa siamo migliori e più forti. Il Trattato farà nascere un’Europa più forte e un’Irlanda migliore» ha aggiunto Cowen, mentre il ministro degli Esteri irlandese, Michael Martin, ha sottolineato come il futuro dell’Irlanda sia nell’UE e non vi fossero «motivi validi per votare «no»».
Soddisfazione è stata espressa anche dal presidente della Commissione Europea, Josà© Manuel Barroso, che ha ringraziato gli irlandesi per aver detto «un enorme «sì»» e ha auspicato che «ora le procedure per far entrare in vigore il nuovo Trattato siano completate al più presto possibile anche da Repubblica Ceca e Polonia». Affinchà© il testo siglato nel dicembre 2007 a Lisbona diventi il nuovo Trattato dell’UE, infatti, è necessaria la ratifica di tutti gli Stati membri dell’UE. Ad oggi, con l’esito del referendum irlandese, tutti i 27 Paesi dell’UE hanno approvato il Trattato ma solo 24 di essi hanno completato il processo di ratifica. Per quanto riguarda l’Irlanda la ratifica sarà ora portata a termine con la firma da parte della presidente Mary McAleese, mentre si attendono ancora le firme dei presidenti «euroscettici» ceco Vaclav Klaus e polacco Lech Kaczynski.
