Immigrazione: l’UE respinge le richieste del governo italiano

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I permessi di soggiorno temporaneo rilasciati per motivi umanitari dal governo italiano agli immigrati provenienti dal Nord Africa non violano le regole di Schengen, tuttavia le stesse regole autorizzano gli Stati membri confinanti a rimandare in Italia i migranti non economicamente autosufficienti.
àˆ quanto stabilito dal Consiglio Giustizia e Affari Interni dell’UE svoltosi a Lussemburgo, secondo cui di fatto l’Italia deve farsi carico del controllo delle sue frontiere, cioè le frontiere meridionali dell’UE, e dell’accoglienza o dell’eventuale rimpatrio dei migranti che giungono sul suo territorio. La richiesta di condivisione europea degli oneri derivanti dai flussi straordinari di immigrazione provenienti dal Nord Africa, avanzata dal governo italiano in sede europea, non è stata accolta dai governi degli altri Stati membri dell’UE perchà© non considerano per ora straordinaria tale situazione.
Particolarmente dure le posizioni dei governi tedesco e francese. «L’Italia sta infrangendo lo spirito dell’accordo di Schengen» ha dichiarato il ministro degli Interni tedesco, Hans-Peter Friedrich, aggiungendo: «Ci aspettiamo che l’Italia rimandi in Tunisia gli immigrati irregolari. In Europa abbiamo un problema di immigrazione e l’Italia non puಠreclamare la solidarietà   degli altri Paesi se non c’è un problema di immigrazione di massa». Secondo il governo tedesco, infatti, «la solidarietà   in Europa deve essere applicata quando un Paese è veramente colpito da un fenomeno di immigrazione di massa: questo non è il caso dell’Italia in questo momento». Le autorità   francesi hanno invece annunciato un rafforzamento dei controlli alle frontiere con l’Italia e il conseguente respingimento in territorio italiano di tutti i migranti di Paesi terzi provenienti dall’Italia che non dimostreranno autosufficienza economica.
I ministri degli Interni dei Paesi dell’UE, tranne naturalmente quello italiano, considerano «prematura» l’attivazione della direttiva 55/2001 sulla protezione temporanea, per l’applicazione della quale è necessario che ci sia una fortissima pressione di migranti da Paesi in conflitto. Come ha spiegato al proposito la commissaria europea per gli Affari interni, Cecilia Malmstrom, al momento esistono «dubbi sulla sussistenza delle condizioni di applicazione di tale direttiva nel caso di specie. In effetti, come spesso è stato indicato da parte italiana, i migranti irregolarmente entrati sul territorio italiano sono nella stragrande maggioranza migranti economici, non richiedenti asilo, quindi suscettibili in tempi brevi di essere rinviati in Tunisia. La direttiva sulla protezione temporanea intende invece tutelare gli sfollati provenienti da Paesi terzi che non possono ritornare nel Paese d’origine».
Malmstrom ha poi aggiunto che «non spetta alla Commissione Europea il compito di dare consigli all’Italia su come gestire il flusso di immigrati», ricordando che l’Europa «ha dato assistenza, messo a disposizione stanziamenti, e inoltre ci sono i fondi strutturali che possono essere utilizzati a Lampedusa».
Di diverso avviso il governo italiano, che per voce del ministro dell’Interno Roberto Maroni ha espresso profonda delusione per l’atteggiamento degli altri Stati membri mettendo addirittura in discussione la partecipazione dell’Italia all’Unione Europea.

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